Ecoreati, il processo Smog di Torino
Torino, 18 giugno 2024, per la prima volta nella storia giudiziaria italiana, un processo penale per inquinamento ambientale colposo ha preso il via, con imputati illustri dell’amministrazione pubblica piemontese. Alla sbarra gli ex sindaci di Torino, Chiara Appendino e Piero Fassino, e l’ex presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, accusati di non aver adottato misure efficaci per contrastare l’inquinamento atmosferico tra il 2015 e il 2019.
Le accuse mosse dalla Procura della Repubblica sono gravi: secondo i consulenti tecnici, le concentrazioni di inquinanti nell’aria torinese, superiori ai limiti di legge, avrebbero causato oltre mille morti premature e numerosi ricoveri ospedalieri. Il processo è nato da un esposto (una segnalazione simile alla denuncia, con la differenza che è l’autorità pubblica ad essere il soggetto di esso) presentato nel 2017 da Roberto Mezzalama, presidente del comitato “Torino Respira”, che, raccontando la sua motivazione, ha ricordato come “provavo una grande frustrazione personale nel vedere crescere i miei figli in una delle città più inquinate d’Europa”.
L’azione legale è stata resa possibile grazie alla legge n.68 del 2015, che ha introdotto il reato di inquinamento ambientale (art. 452 bis c.p.). Il comitato Torino Respira, assieme a Greenpeace Italia, Giustizia Climatica Ora, ISDE-Associazione Italiana Medici per l’Ambiente e sette privati cittadini, ha dato il via al processo. “Era evidente come gli amministratori fossero perfettamente a conoscenza della situazione, ma non stessero affatto prendendo le decisioni necessarie a risolvere il problema, anzi”, ha dichiarato Mezzalama.
Il comitato Torino Respira continua a svolgere un ruolo cruciale nel monitoraggio civico dell’inquinamento. “Gli effetti dell’inquinamento si manifestano sia sul breve che sul lungo periodo”, ha ricordato Simona Ferrero, dottoressa in Medicina Interna all’Ospedale Molinette e membro del comitato, sottolineando come i danni colpiscano soprattutto i bambini e possano influire sullo sviluppo neurocognitivo e su malattie come l’Alzheimer.
Un recente report di Legambiente ha confermato che Torino è ancora tra le città italiane più inquinate dal punto di vista atmosferico. I livelli di polveri sottili (PM10, PM2.5) e del biossido di azoto (NO2), entrambi nocivi alla nostra salute in grande quantità, rimangono fissi e a dir poco lontani dai limiti normativi europei previsti per il 2030, e soprattutto dai valori suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Questo atto giudiziario sarà utile non solo per stabilire eventuali responsabilità legali, ma anche per comprendere meglio le cause del grave stato di inquinamento della nostra città e i danni alla salute provocati dallo smog.
La prossima udienza del processo è fissata per il 4 luglio 2024 e aiuterà a fare luce sulle responsabilità degli amministratori e sulle misure necessarie per migliorare la qualità dell’aria. Nel frattempo, il comitato Torino Respira continuerà le sue campagne di sensibilizzazione, con una nuova iniziativa prevista per il 26 giugno, focalizzata sul monitoraggio dell’ozono, un inquinante estivo in crescita anche a causa del riscaldamento globale. La determinazione di cittadini e comitati, come Torino Respira, dimostra come l’azione legale possa diventare uno strumento fondamentale nella lotta contro l’inquinamento, quando la politica da sola non riesce a risolvere i problemi, e come noi tutti possiamo lottare per riportare la nostra città a splendere, togliendo quella grigia nebbia che ormai infesta tutte le strade.