Equitazione, molto più che uno sport

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Spesso si legge che l’equitazione non è uno sport, ma solo un passatempo,  un divertimento anche poco corretto eticamente in quanto si cambiano le attitudini di un animale per plasmarle a favore di chi  lo pratica.

L ‘equitazione ha origini antichissime. Dai tempi di Romani e Greci e viene praticata a livello anche agonistico sin dal Medioevo.  È riconosciuta in Italia come sport a tutti gli effetti nel 1926 dalla FISE, la Federazione Italiana Sport Equestri.

Si tratta di una attività che non solo è uno sport, ma molto di più, perché è una disciplina in alcuni suoi settori anche olimpionica, che coinvolge lo stile di vita di chi è appassionato.  È inoltre una pratica educativa , spesso terapeutica, poiché il rapporto che si crea tra l’uomo e il cavallo diventa simbiotico e insegna molto bene il rispetto, la cura, la pazienza , la dedizione e la fiducia.

Intanto parliamo davvero di uno sport completo perché sollecita tutto il corpo, coinvolge un grande numero di muscoli come addominali, glutei, quadricipiti e bicipiti. Una disciplina che richiede concentrazione, capacità condizionali come forza, resistenza, rapidità e capacita coordinative come orientamento ed equilibrio.

Equitazione deriva dal latino “equitatio” che significa cavalcare.  Ma  per montare a cavallo non è sufficiente come capita di sentire, sedersi in sella e infilare i piedi nelle staffe tenendo in mano  le redini , aspettando che faccia tutto il cavallo.  Occorrono ore e ore di allenamenti in esercizi, flessioni e pressioni del corpo da dosare con precisione, resistenza ed equilibrio, forza e solidità mentale e psicologica. Bisogna saper portare a casa risultati positivi e trasformare i fallimenti e gli errori in nuova energia e precisa determinazione. Si deve imparare ad avere pazienza , precisione e forte motivazione, senza avere fretta. Il cavallo è un animale straordinariamente complesso: centinaia di chili di muscoli e forza con un impeto spesso imprevedibile. 

Si rimane sorpresi e si fa fatica a comprendere se non ci si avvicina all’equitazione che in natura  il cavallo è una preda e vive le sue emozioni come se ogni cosa attorno a lui fosse un pericolo che mette a rischio la sua vita e scatena le paure più impensabili. Solo con il tempo e l esperienza si impara ad entrare nel suo mondo. Creare  un binomio tra amazzoni o cavalieri e cavalli è una cosa al tempo stesso emozionante e complicata, mai scontata. Questo perché per entrambi imparare ad affidarsi in certi momenti l’uno all’altro, mantenendo il giusto equilibrio di ruoli, imparare  insieme la soddisfazione del lavoro  sportivo e le varie abilità all’aria aperta , non è semplice e scontato. Non sempre accade, ma quando si riesce a costruire un binomio, allora si va oltre alla pratica di uno sport.  Si allena il fisico del cavaliere e quello dell’animale, ma si instaura anche un rapporto spirituale vero e proprio in grado di arricchire l’animo. Un rapporto in cui il contatto e l’affetto sono di conforto nei momenti tristi o difficili ed un vero stimolo a migliorare se stessi.

Vittoria Garnero



Il Salice

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