Di che colore sei?

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di Elisa Maneglia

Il tipico esempio di un’arma assai potente a cui l’uomo non presta molta attenzione, sebbene lo faccia il suo inconscio, sono i colori. Essi ci circondano e senza che ce ne rendiamo conto suscitano in noi emozioni che vanno perfino ad influenzare il nostro stato d‘animo, poiché a livello psicologico è un linguaggio che, per un motivo o l’altro, evoca in noi sensazioni di un determinato tipo. Motivo per cui la psicologia del colore è usata a livello di neuromarketing per creare ambienti e pubblicità in grado di impattare sulle nostre emozioni.

Oltre a ciò i colori sono sempre stati caratterizzati da un forte valore simbolico, dovuto non solo alle sensazioni immediate che un individuo prova nel vederli, ma anche grazie al nostro vissuto e al nostro carattere. La psicologia dei colori nasce proprio poiché essi riescono a stimolare la mente umana provocando delle emozioni particolari, e ciò accade in quanto ogni colore possiede un proprio significato e una sua connessione precisa con una determinata parte del cervello. Oltre a ciò essa  infatti, viene utilizzata sia come terapia per determinati disturbi, dal momento che ogni colore manda uno stimolo differente al cervello. In questo caso si parla di cromoterapia. Alcuni test sulla personalità, come quello dei colori di Luscher, inventato nel 1947 dallo psicologo svizzero Max Luscher permettono di analizzare lo stato d’animo di una persona a partire dal colori che sceglie. Esso infatti viene svolto su adulti per capirne più a fondo la personalità, e soprattutto su bambini che non hanno ancora familiarità con la scrittura o il disegno, dal momento che esso permette di analizzare i colori utilizzati negli scarabocchi.

I colori dunque sono un vero e proprio mezzo comunicativo: gli occhi percepiscono il colore, e le onde elettromagnetiche, in seguito, vanno a stimolare la parte limbica del cervello, nonché quella responsabile delle emozioni. Cosa ancora più sorprendente sull’uso effettivo dei colori è proprio la loro nota rilevanza in campo non solo economico, sfociando così nel ramo del neuromarketing, ma anche, tralasciando ovviamente il campo artistico, nella politica: si parla infatti di “Pantone Politics” proprio quando i politici fanno uso di determinati tipi di colore per influenzare gli elettori o l’opinione pubblica negli eventi in cui partecipano.

Dunque, poiché i colori sono molto importanti, l’ottimale sarebbe notarli e apprezzarli, evitando così, esattamente come dice Wim Wenders, di presenziare in un mondo che è a colori, ma di vivere in una realtà che è in bianco e nero.

Redazione



Il Salice

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