“Io odio il tennis”
di Giorgia Aimone
Open, la biografia del tennista Andre Agassi, è stata scritta da lui stesso con l’aiuto di J.R. Moehringer.
La parte che più colpisce i lettori è l’umanità con cui Agassi racconta la sua vita, evidenziando i suoi difetti e le sue paure. A partire dall’infelicità che prova quando frequenta l’accademia Bollettieri costretto dal padre fino alla paura di mostrare la sua precoce calvizie. Per non parlare di quando confessa di odiare ciò che fa:
“Io odio il tennis, lo odio con tutto il cuore, eppure continuo a giocare”.
Successivamente il kid di Las Vegas spiega che fin da piccolo il padre lo obbligava a giocare a tennis, ad affrontare la macchina che spara palle da tennis che chiama “il drago” proprio per esaltare la paura che Andrè aveva di questo marchingegno. Il libro sembra scritto dal campione per potersi finalmente liberare di un peso e potersi raccontare al pubblico in maniera reale. Fin dall’infanzia ha infatti dovuto convivere con le bugie che venivano raccontate dai giornalisti sulla sua vita e quelle che lui stesso raccontava per apparire “perfetto”. Spesso si fa fatica ad immedesimarsi nella vita di una persona estremamente famosa o conosciuta che è sempre sotto gli occhi di tutto il mondo; però bisogna sempre ricordarsi della pressione che questi campioni hanno essendo modelli per i fans.
Leggendo libro si percepisce il conflitto, sempre costante, con il padre e l’importanza che Agassi dà alle persone che gli stanno vicine e lo seguono nel suo cammino.
Fondamentale è stata la presenza della seconda moglie Steffi Graf, ma soprattutto quella di Gil Reyes. Andre scrive: “Perfino il mio corpo non era mio prima che incontrassi Gil, che sta facendo quello che dovrebbe essere il compito di un padre. Rendermi più forte”.
Il libro non manca di dettagli riguardo quello a cui pensava durante il corso delle partite contro i più grandi campioni di tennis, i dolori fisici che ha dovuto sopportare e le angosce che ha dovuto mettere da parte.
Tutto quello che ha dovuto subire lo ha però portato a diventare uno dei più grandi tennisti della storia, l’unico ad aver mai vinto un golden slam.