Il Pianeta blu
di Matteo Morra e Davide Savino
Nel pomeriggio del 17 aprile, durante l’uscita a Milano, una parte della redazione del Salice ha visitato il Museo Civico di Storia Naturale.
Il museo si sviluppa su due livelli: il piano terra è dedicato alla paleontologia e alla mineralogia, mentre il primo al mondo animale. Il tema centrale della visita era “Il Pianeta Blu”, un percorso sugli ecosistemi marini della nostra Terra. La guida ci ha accompagnati attraverso svariati diorami, ricostruzioni di biomi in cui tutti gli animali presenti, ad eccezione di pesci e cetacei, sono tassidermizzati. Un’altra parte consistente della collezione del museo è formata da scheletri, tra cui, immenso nella sala artica, accompagnato da quelli di altri cetacei, uno di balenottera comune, specie endemica del Mediterraneo. Un particolare molto interessante di questi mammiferi è la loro capacità di ecolocazione che permette loro di orientarsi attraverso dei suoni che emettono grazie a dei dischi cartilaginei e che rimbalzano sui vari ostacoli. Inoltre con questo loro “canto” corteggiano le femmine.
Il più importante tra i diorami presentatici raffigura la barriera corallina delle Maldive. È stata l’occasione per affrontare struttura e ciclo vitale dei coralli, colonie di viventi fondamentali per l’ecosistema marino. Essi appartengono al gruppo degli Cnidari e sono formati da polipi (da non confondere con i polpi, i ben più noti animali a otto tentacoli) e possiedono uno scheletro di calcare che si sviluppa in tante forme diverse. I polipi vivono in simbiosi con delle alghe chiamate Zooxantelle, da cui derivano i loro caratteristici colori accesi e che, attraverso la fotosintesi, producono tutta l’energia di cui la colonia necessita per vivere in cambio delle protezione data dallo scheletro calcareo.
Il cambiamento climatico rappresenta un grave pericolo per questo delicato equilibrio: al minimo aumento della temperatura dell’acqua in cui sono immersi, i coralli rigettano le alghe, perdendo la loro principale fonte di energia e la loro colorazione. Si verifica così il “bleaching”, lo sbiancamento del corallo.
L’azione dell’uomo non sta mettendo a rischio solo le varietà coralline, ma tutti gli altri ecosistemi marini ne risentono. Oltre al già citato surriscaldamento delle acque, anche l’inquinamento dato da plastiche e microplastiche contribuisce a mettere a repentaglio la biodiversità delle profondità.