Street Art: la protesta diventa arte

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Venerdì 31 ottobre la redazione del Salice si è recata al Forte di Bard, in Valle d’Aosta, per visitare la mostra dedicata alla Street Art e partecipare a un interessante laboratorio pratico.
Per chi non la conoscesse, la Street Art è una forma d’arte urbana che nasce negli Stati Uniti tra gli anni ’60 e ’70 come protesta sociale e culturale. È un linguaggio immediato e visivo, capace di comunicare messaggi forti attraverso materiali semplici ed economici: bombolette spray, adesivi, stencil, poster e, più tardi, anche sculture o collage realizzati con oggetti di recupero.
Come ci ha spiegato la guida, molti artisti di strada usano i muri come una tela per denunciare i problemi della società contemporanea. La loro arte è effimera per scelta, perché la Street Art si contrappone all’arte classica: non vuole essere eterna, ma un segno momentaneo, che vive nel presente.
Alcune opere, tuttavia, diventano così iconiche da essere tutelate e conservate. È il caso della celebre Madonna con la pistola di Banksy, a Napoli, oggi custodita in una teca per proteggerla. Non tutti gli artisti, però, condividono questa decisione: la guida ci ha raccontato, per esempio, la storia dell’anonimo artista italiano Blu, che decise di cancellare con una mano di grigio un suo grande murales quando il Comune tentò di preservarlo. Il gesto, simbolico e radicale, esprime perfettamente lo spirito libero e ribelle di questa forma d’arte.
La mostra del Forte di Bard presenta numerosi artisti provenienti da tutto il mondo, ognuno con uno stile unico e un messaggio personale. C’è chi, come Ravo, ha sperimentato l’uso dell’Intelligenza Artificiale per creare immagini di grande impatto, dimostrando come la Street Art continui ad evolversi e a dialogare con la tecnologia.
Il percorso espositivo culmina con alcune opere originali di Banksy, il più celebre e misterioso tra gli street artist. La guida ha invitato i visitatori a condividere la propria interpretazione della sua famosa Bambina con il palloncino rosso, simbolo di innocenza, speranza e fragilità: ogni sguardo restituisce un significato diverso, e proprio qui risiede la forza di questa arte.
Banksy è tornato recentemente a far parlare di sé dopo aver realizzato un murales in Ucraina, su un edificio distrutto dalla guerra. L’opera raffigura una ginnasta che, con equilibrio e grazia, si sostiene su un cumulo di macerie: un’immagine potente della resilienza di un popolo che non si arrende.
La visita si è conclusa con un laboratorio in cui i redattori hanno potuto mettere alla prova la propria creatività, decorando borse di tela con colori e firme personali. Tra risate, colori e tanta fantasia, si è chiusa un’esperienza culturale che ha permesso di scoprire il valore di un’arte spesso fraintesa, criticata come vandalismo ma capace di comunicare libertà, denuncia e bellezza.

Francesco Chiorazzo



Il Salice

Il “Salice” nasce nel 1985. Negli ultimi sette anni sono stati pubblicati più di 2000 articoli online.


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