Marco Montersino, tra aule e teatri.
di Matteo Morra, Angelica Allocco, Antonio Capozzi, Lorenzo Meinardi, Margherita Oblique
La redazione del Salice ha intervistato il professore Marco Montersino, docente di Italiano e Latino. In occasione della prossima messa in scena del musical “Charlie e la fabbrica di cioccolato”, il prof. ha gentilmente risposto alle nostre domande facendoci scoprire qualcosa in più sulla sua vita e sulle sue più grandi passioni: il teatro, la radio e la musica.
Tre parole per presentarsi a chi non la conoscesse.
Le prime 3 parole che mi vengono in mente per descrivermi sono: multitasking, appassionato e giovane dentro.
Questo è il suo 32esimo anno scolastico da professore qui a Valsalice. Come sta andando?
E’ sempre un posto che mi piace molto, sto bene in mezzo ai giovani ovunque sia: questo è il mio posto, è quello che desidero da una vita.
Sappiamo che una delle sue più grandi passioni è la recitazione, da cosa è nata questa passione e da quanto fa teatro?
È nata perché a 16 anni un mio animatore mi chiese se volessi fare una parte in una piccola commedia per le famiglie della comunità e mi sono divertito così tanto che ho deciso che da allora in poi avrei sempre provato a fare quello Tra l’altro ho anche scoperto che mio papà anche da giovane recitava, quindi è una cosa che ho nel sangue.
Quali sono stati i suoi traguardi più grandi nella sua carriera da attore, insegnante, uomo?
Da uomo è facile: il matrimonio e i figli. Da attore il musical: “Giovanni d’oggi” per il bicentenario dalla nascita di Don Bosco; era nel 2015, ed era il musical ufficiale dell’ispettoria salesiana. Io recitavo Don Bosco, insieme ad un cast di quasi 100 persone e un’orchestra di 40 elementi, dal vivo, con 2 anni di preparazione. E’ stato bello ma anche molto impegnativo, perchè quando uno sale sul palco per fare Don Bosco un po’ di fifa ce l’ha, si sente molto inadeguato. Come professore non mi viene in mente nessun fatto particolare. Essere qua tutti i giorni per me è più che sufficiente, qualsiasi cosa si faccia: al mattino a lezione o al pomeriggio qualche attività, mi basta essere qua.
Ha qualche nuovo progetto? Se sì quando?
Sabato scorso ho suonato in un concerto con la mia band rock&roll di 25 anni fa; il vero progetto invece è “Charlie e la fabbrica di cioccolato”, un musical di Broadway che per la prima volta arriva anche in versione italiana qua dalle nostre parti. Io faccio parte di una compagnia amatoriale; però è comunque la prima volta che viene presentato al pubblico nella traduzione italiana. Sarà messo in scena a Brandizzo, al Pala Brandizzo, un enorme tendone, il 29-30 novembre alle ore 21:00 e l’1 dicembre con doppio spettacolo alle 16 e alle 21; al teatro di Alessandria il 28 dicembre alle 21.00; e poi doppio spettacolo al teatro di Savigliano il 5 gennaio. Questo per adesso, non si sa se poi usciranno altre date.
Lei è un ex studente di Valsalice, ha un aneddoto divertente da raccontarci?
Ce ne sono tanti. Non so quanto sia divertente, però ricordo che quando ero studente vestivo con i jeans e la camicia bianca e un giorno un salesiano mi fermò e mi disse che avevo un abbigliamento inadeguato perché sembravo uno “scugnizzo” napoletano. Quindi quando sento i ragazzi che dicono “Ah, hai l’orecchino, il pantaloncino corto…” io penso “come cambiano i tempi” perché ai miei tempi non potevo neanche mettere i jeans e la camicia bianca.
Ha un attore e una band preferita?
Come attore Christian Bale, per me è il migliore che c’è in circolazione senza andare a citare i soliti De Niro o qualcuno che magari conoscete anche voi. Band, allora io sono un “beatlesiano” a vita. Poi in realtà ascolto tutto, ma quando devo ascoltare buona musica parto da loro.
Perché ha scelto di dedicare la sua vita alla comunicazione? Cosa vuole trasmettere?
Mi è sempre piaciuto poter parlare davanti a un pubblico, ho questa cosa da quando facevo le elementari tanto che le maestre in quinta mi portavano via dalla mia classe per fare un giro nelle altre aule e fare le imitazioni dei politici. Ho sempre avuto questa peculiarità, mi piace molto comunicare o con un pubblico o immaginando che ce ne sia uno perché in radio, un pubblico non c’è e devi immaginarlo.
Sa suonare qualche strumento? Se sì da quanto?
Sì, suono il pianoforte da quando facevo la quinta elementare. Poi la fisarmonica, che era un “pallino” di mio padre che voleva che suonassi in un’orchestra di liscio e poi ho iniziato un corso di chitarra.
Da dove è nata questa sua passione per la musica?
Sicuramente è passata dai miei genitori: a casa mia fin da piccolo mi parcheggiavano non con la babysitter ma con il giradischi, mettevano canzoni anche orribili, perfino in dialetto piemontese, ma io ascoltavo tutto, tantissima musica tutti i giorni. Poi l’incontro con i Beatles e la discografia in generale mi ha fatto conoscere parecchi altri soud.
Qual è stato lo spettacolo che le è piaciuto più mettere in scena?
La Bella e la Bestia della Disney, uno spettacolo che ho fatto nel 2012 e dove ho recitato il padre di Belle. E’ stata la prima volta in cui realmente sono uscito dalla mia confort zone con spettacoli di dieci attori al massimo e mi sono ritrovato fagocitato in una produzione di 100 persone. Poi abbiamo anche fatto numerose date in giro per l’Italia, quindi è stata proprio una bella esperienza.
Tra gli spettacoli o musical che invece ha fatto a Valsalice ce n’è qualcuno che ricorda e le è piaciuto particolarmente?
A Valsalice ne ho fatti molti, ricordo l’ultima grande produzione fatta con molti dei ragazzi che adesso fanno il ToVision che è stata “La piccola bottega degli orrori”, che era venuta particolarmente bene avendo registrato le canzoni in uno studio professionale. In realtà tutti gli spettacoli sono stati delle esperienze, “Mamma mia”, “Grease”, “Sette spose per sette fratelli”. Di ognuno ho dei bei ricordi perché ogni volta ci sono dei ragazzi diversi con cui lavorare e ci si diverte sempre molto.
C’è qualche spettacolo in cui vorrebbe partecipare?
A me piacerebbe moltissimo fare la parte di Ponzio Pilato in “Jesus Christ Superstar” perché adoro la sua canzone e sono ormai troppo vecchio per fare Giuda e decisamente inadatto per diversi motivi a fare la parte di Gesù. Direi che la parte di Ponzio Pilato andrebbe più che bene. Quella è l’opera rock che io preferisco più in assoluto.
Come ha reagito quando i ragazzi che adesso fanno il ToVision le hanno condiviso quest’idea?
Bene, anche perché è nata proprio qui, in redazione, proprio come adesso stiamo con voi seduti intorno a questo tavolo, partendo da “Tu Si Que Valsales” e poi loro l’hanno portato avanti senza di me, con mille risorse, allargando l’iniziativa anche con altre scuole. Però io ero presente in questa stanza quando è nato il progetto