Ancora Salone. Ancora Salice
Salone e Salice, felice binomio ormai consolidato al di là della facile allitterazione. La traccia è ormai quella consolidata ma è resa sempre nuova dalla redazione che ha un volto sempre diverso anno dopo anno tanto che se sempre uguale è lo strumento, differente deriva la musica. Perchè la comunicazione è di chi la fa, un po’ di come la si fa e in questo decennio di visite al Salone del libro del Lingotto il format si è evoluto pur mantenendo l’antica mission.
Il Salone per un giorno è Torino, i nostri redattori sono giornalisti a caccia di notizie nella città (del libro). Così, dopo una opportuna e preliminare riunione di redazione della settimana prima in cui ci si guarda intorno, si studia il programma, si scelgono gli obiettivi da raccontare e si definiscono gli incarichi, arriva il momento in cui con tempi da redazione vera si raccolgono notizie e si racconta il mondo.
Ad ogni redattore un compito, uno stand da visitare, una conferenza da seguire, una intervista da portare a casa. Dalle 11 alle 16 sessanta ragazzi dai 14 ai 18 anni in giro per i padiglioni con macchina fotografica, cellulare (tanto lì dentro c’è tutto), ma anche penna e notes. Appunti, domande, imprevisti. Poi il ritorno in redazione e tre ore di lavoro fitto. Personale e condiviso con le cinque dita di una mano che si aiutano l’un l’altra. A ciascuno un pezzo on line, una storia o un post su Instagram, con l’aiuto delle caporedattrici che indirizzano, spiegano, aiutano. Il tutto per arrivare alle 19, chiusura del giornale, con 50 contenuti scritti, visti, corretti e postati su ilsaliceweb e sul profilo Instagram ilsalice.web. Una bella soddisfazione, un orgoglio per un giornale scolastico fatto dalla professionalità di tutti i ragazzi. Tutti disponibili, tutti puntuali, tutti in grado, a seconda delle varie età e competenze di “essere sul pezzo” e produrre contenuti interessanti. Alla fine guardi il lavoro fatto, pensi a 60 ragazzi e ragazze che danno tutto per costruire qualcosa, sempre tra sorriso e serietà. Li vedi contenti, dicono grazie, escono orgogliosi perchè hanno capito di aver creato qualcosa di unico nel panorama dei giornali scolastici. Sì, anche quest’anno è stato un onore.