I due volti dell’estate ragazzi
Giugno per tutti i bambini e i ragazzi è il mese migliore, è il mese in cui finalmente finisce la scuola, quello in cui si può ricominciare ad uscire e a godersi la vita. Per le “persone grandi” non è nient’altro se non un mese come gli altri, anzi, peggio, con i figli a casa hanno anche il problema di doverli eventualmente lasciare da soli, una preoccupazione in più insomma.
È proprio in questo momento che, vista la lontananza delle tanto attese vacanze, i genitori, ancora chiusi in ufficio non meno di otto ore, decidono di mandare i propri figli ad un’estate ragazzi.
Arrivati a questo punto si riscontrano due reazioni totalmente differenti: una gioia e una voglia di andarci immensa o lo sconforto più totale, rigorosamente accompagnato (per quanto riguarda i più piccoli) da un pianto isterico.
Stranamente però arrivati alla fine della settimana, o delle settimane, ognuno di loro, anche quello che proprio non ci voleva andare, ringrazia la mamma ed il papà per averlo mandato, e qui sorge spontanea la domanda sull’importanza di un centro estivo per un ragazzo, animato o animatore.
L’estate ragazzi è una realtà che permette di relazionarsi con tanti bambini e ragazzi diversi, che quindi dà la possibilità di entrare in contatto con parecchie persone e realtà, e cosa più importante di tutte per un bambino, di farsi tanti nuovi amici.
Da animatrice si può dire con sicurezza di non aver mai visto un bambino tornare a casa triste, anzi, sempre tutti con il sorriso in volto vogliosi di ritornare il giorno dopo.
I ragazzi hanno modo di divertirsi, di fare nuove amicizie e soprattutto di cimentarsi in nuove attività quali il ballo, il canto, la cucina e perfino l’informatica, è anche un modo per fargli scoprire le loro passioni e le loro capacità.
È un’esperienza sicuramente gioviale per il bambino ma è altrettanto importante e formativa per il corpo animatori.
Animare ad un centro estivo è una di quelle opportunità che andrebbe presa al volo quando viene proposta dato che i frutti sono molti e molto buoni.
La prima cosa è sicuramente vedere che piano piano i ragazzi si affezionano, che ti prendono come punto di riferimento e realizzare che senza di te non sarebbe la stessa cosa per loro.
È un’attività che dà risultati tangibili fin da subito perché nel momento in cui si diventa animatori si ha la responsabilità sui bambini affidati, e ciò comporta lo sviluppo di un ingente senso di responsabilità in tempi alquanto brevi.
Non è da minimizzare la quantità di amicizie che si formano all’interno del corpo animatori, durante i momenti di difficoltà si diventa una squadra, quasi una persona sola, si collabora tutti insieme per il bene dei bambini, e nei momenti più frivoli e spensierati si gioisce insieme.
L’animazione offre la possibilità di crearsi un piccolo spazio nel mondo tutto per se, dove improvvisamente si diventa grandi e con tante responsabilità ma allo stesso tempo con quelle risate e con quei giochi, apparentemente stupidi, si ritorna bambini.