Tra festa e tradizione: il Carnevale di Ivrea
A Ivrea nei giorni tra il 16 e il 21 febbraio 2023 gli abitanti del paese sono scesi per le strade per festeggiare il Carnevale. Questo evento permette alla popolazione di dare vita alle proprie tradizioni, che ormai vengono tramandate da secoli. La festa è famosa a molti per la “Battaglia delle arance”, ma in pochi sanno la storia che si cela dietro questa consuetudine così particolare.
Le origini del Carnevale di Ivrea risalgono al XVI secolo, in cui la festa era gestita in competizione tra i rioni della città (rappresentati dalle parrocchie di San Maurizio, San Lorenzo, Sant’Ulderico, San Salvatore e San Grato). Di questo periodo rimane ancora oggi la figura degli “Abbà“, tipici ragazzi scapestrati che nel mondo alla rovescia, dove i ruoli sociali sono invertiti, rappresentano la carica di comandanti della milizia del Libero Comune. Oggi gli Abbà sono dei bambini scelti in rappresentanza dei vari rioni.
Successivamente a partire dal 1808 tutte le feste furono unificate dalle autorità napoleoniche. Da qui nasce la figura del Generale, che veste la divisa dell’esercito napoleonico e assume il potere di gestire la festa.
Dal XIX secolo la festa prende un significato di libertà, collegandosi agli ideali portati in Piemonte dalla Rivoluzione Francese; infatti ancora oggi è obbligo per tutti i partecipanti della festa (pena essere bersagliati dalle arance) indossare il tipico berretto rosso simbolo rivoluzionario della Marianna e dei sanculotti parigini. Inoltre anche le divise degli ufficiali dello Sato Maggiore, che accompagnano a cavallo il Generale, sono quelle dell’esercito napoleonico.
La figura più importante dell’intera celebrazione è la Mugnaia, simbolo della lotta per la libertà contro i tiranni. La leggenda di questa figura narra la storia di Violetta, la figlia del mugnaio. Lei indossava sempre un berretto rosso, ed era sposa di un ricco signore del paese. Un giorno fu invitata al palazzo del tiranno e invece di sottomettersi a lui lo ubriacò e lo uccise. Dopodiché la ragazza sollevò una rivolta contro i ricchi del paese, distruggendo il palazzo del tiranno. Oggi la Mugnaia viene eletta ogni anno ed è una ragazza sposata, per rappresentare le condizioni di Violetta. Veste abiti bianchi per indicarne la fedeltà e la purezza, inoltre è adornata dal tricolore italiano in riferimento alle lotte risorgimentali, che vedevano l’Italia scontrarsi contro la tirannia dei popoli che la occupavano.
Gli eventi principali del Carnevale di Ivrea sono la sfilata del corteo storico e la Battaglia delle arance.
Alla sfilata partecipano carri appartenenti a gruppi folcloristici anche di altre regioni italiane e ad altri stati europei, in modo tale da dare una boccata d’aria fresca alla festa ogni anno.
Il momento massimo e principale è il passaggio della Mugnaia, accompagnata da applausi e urla di gioia dei partecipanti sfila su un carro dorato insieme a damigelle e paggi che la aiutano a lanciare caramelle e rami di mimosa alla folla.
Davanti al carro della Mugnaia sfila il carro degli Alfieri con gli stendardi dei rioni. A seguire il corteo a cavallo del Generale accompagnato dallo Stato Maggiore. Partecipa anche il Sostituto del Gran Cancelliere, infatti ogni Carnevale viene verbalizzato dal decano dei notai della città, che nomina simbolicamente un suo sostituto nelle cerimonie e nelle attività del carnevale, lui indossa dei pantaloni di velluto nero, una parrucca e il tricorno.
Anche gli Abbà partecipano al corteo, tenendo in pugno una piccola sciabola su cui viene infilzata un’arancia che simboleggia la testa mozzata dei tiranni.
Infine ciò che rende l’atmosfera perfetta è la musica, che accompagna la Sfilata del corteo storico sulle note di “La Canzone del Carnevale”, che celebra la vittoria del popolo sul tiranno, suonata dalla banda municipale, ma soprattutto dalla Banda dei Pifferi e Tamburi.
La Battaglia delle arance è invece il momento più famoso e spettacolare del carnevale e avviene negli ultimi tre giorni, sempre di pomeriggio.
Le sue origini sono ricercate intorno al XIX secolo in cui le carrozze sulle strade principali (via Arduino e Via Palestro) venivano bersagliate da fagioli dalla gente sui balconi, in segno di schermaglia contro l’elemosina fatta dai ricchi, che davano al popolo gli avanzi delle loro grandi fagiolate.
Si narra anche che le ragazze corteggiate o corteggianti dei viandanti che passavano per le strade lanciassero frutta o altri ortaggi dal balcone per farsi notare.
Solo dopo il secondo dopoguerra si iniziano a formare le prime squadre a piedi di aranceri e si allestiscono i primi carri da getto. L’iniziativa, dapprima sorta casualmente viene subito inclusa all’interno del contesto storico-leggendario del carnevale, in cui i carri da getto rappresentano i manipoli armati degli sgherri dei tiranni e i lanciatori a piedi il popolo in rivolta.
La battaglia si svolge nelle principali piazze della città. I carri sono trainati da pariglie e quadriglie di cavalli e ciascuno trasporta gruppi di 10 o 12 arancieri. Essi sono protetti da costumi imbottiti e da maschere di cuoio, invece le squadre di lanciatori di terra, composte da centinaia di aranceri, vanno all’assalto dei carri senza protezioni.
Il pubblico è protetto da grandi reti, e le arance utilizzate sono quelle inadatte al consumo umano, che dopo la battaglia vengono raccolte dai dipendenti comunali e trasformate in compost.
In conclusione dietro a tutte le attività, le leggende e le tradizioni del Carnevale di Ivrea c’è sicuramente il grande divertimento di tutti i partecipanti e il sentimento di appartenenza ad una comunità che si è formata in secoli di storia.