Il fine ultimo è l’αὐτάρκεια
La capacità di bastare a se stessi
Sempre e comunque. L’uomo è convinto di poter imporre la propria supremazia in qualsiasi circostanza, indipendentemente dall’età o dalle competenze effettive in un determinato ambito. Brama e avverte la necessità quasi fisiologica di affermare con fierezza di essere l’unico padrone di se stesso. Non solo ammette la propria come unica morale plausibile, ma pretende che il mondo ruoti attorno alle sue leggi.
A pochi mesi di età, il neonato si aspetta che l’oggetto lasciato cadere sul pavimento torni miracolosamente in suo possesso, vincendo in questo modo la forza di gravità. Durante la fase adolescenziale, le informazioni ricavate da Internet, le imprecise e generiche nozioni apprese per sentito dire da qualche compagno di classe appaiono come verità profonde sul senso dell’esistenza. Per poi giungere alla maggiore età, periodo in cui si ha la convinzione di tenere nelle proprie mani le chiavi del mondo e di essere un pozzo di conoscenza senza fine.
Trovare in se stessi tutte le risposte. Sapere con certezza che la strada intrapresa è la “retta via” perché ormai si ha acquisito una certa consapevolezza nei propri mezzi. Soltanto la commistione di questi aspetti è in grado di garantire una vera autonomia. Quest’ultima è dunque una scelta: consiste nel valutare ciò che si ritiene giusto, nel farsi carico delle proprie responsabilità ed eventualmente nell’addossarsi le colpe della valutazione iniziale. Se si agisce in altro modo, si scivola inevitabilmente nell’anarchia, nella totale assenza di leggi e nel completo disinteresse del bene altrui.
Bisogna pertanto aspirare ed è necessario raggiungere una condizione di αὐτάρκεια. La capacità di bastare a se stessi perché forti delle proprie conoscenze, idee, opinioni. L’abilità nel saper sfruttare questi elementi come spunti per la risoluzione di problemi oppure di fronte a situazioni difficili.
Il semplice tentativo da parte dell’uomo di avvicinarsi a questa dimensione rappresenta in realtà uno dei più importanti passi verso la reale autonomia.
Trasportati dalla corrente
I giovani sono fragili come le pagine di un libro e un’eccessiva libertà può strapparle via ad una ad una. Sono la materia che l’abile demiurgo descritto da Platone plasma a proprio piacimento. Il loro animo è dominato dalla certezza di poter imporre leggi. Sempre e comunque.
Il rischio principale a cui si va incontro è quindi quello di non essere più capaci di stabilire dei limiti, di comprendere ciò che è realmente essenziale, di distinguere il bene e il male. In questo modo dunque si è facilmente influenzabili e chiunque può modulare come meglio crede i nostri pensieri.
Il fine ultimo di ciascuno, al contrario, deve essere quello di trovare il significato della propria esistenza, comprendendo ciò che si desidera veramente.
Autonomia deve diventare sinonimo di αὐτάρκεια.