Chi studia Marx trova lavoro
di Luisa Gossi
In Cina il presidente Xi Jinping, che si prepara a inaugurare il terzo mandato, ha mostrato particolare interesse nel far riemergere la cultura marxista. In teoria il marxismo sarebbe l’ideologia diffusa in Cina, in pratica la maggior parte della popolazione giovane non lo conosce.
I due predecessori del presidente Xi Jinping, Deng e Jiang Zemin, hanno sempre portato avanti una politica i cui slogan più celebri erano “diventare ricchi è glorioso” e avevano incentivato pubblicamente l’ingresso degli individui d’affari del settore privato nel Partito Comunista.
Invece il nuovo presidente ha settato come nuova priorità il volere guidare un nuovo periodo più rigido sotto il punto di vista ideologico. L’inizio di una fase nella quale si darà maggiore importanza alla “prosperità comune” e minore rilevanza al settore privato, e si cercherà di diminuire l’enorme divario tra la popolazione ricca e quella povera.
Le critiche sollevate da parte dei giovani su questo metodo e modello economico e sociale, sono state soppresse e ignorate. Essi sostenevano come il marxismo si collegasse ai maggiori abusi sul lavoro, ambito nel quale lo stato cinese tende a non porre attenzione.
Secondo un’analisi dell’Internazionale l’inizio della diffusione della cultura marxista nel campo lavorativo è cominciato nel 2018 attraverso una circolare emanata dal governo. Il ministero dell’istruzione “consigliava all’università di assumerne un docente di marxismo ogni 350 studenti”. Con il risultato che dal 2018 a oggigiorno i docenti universitari di “ideologica e politica” siano aumentati del 60%. In Cina la disoccupazione giovanile ha raggiunto il picco storico del 18,4% e in aggiunta si sono ridotte le offerte di lavoro. Ma nonostante ciò i salari e vantaggi di cui godono coloro laureati in marxismo sono sempre maggiori e stanno raggiungendo i livelli delle lauree più prestigiose.
La diffusione di tale fenomeno inizia dalle più tenere età fino ad arrivare nelle aziende dei privati, che assumono laureati in marxismo nel tentativo di dimostrare la loro lealtà al partito, e far si che la politica interna sia in linea con le regole ufficiali del partito e non rischiare mai di favorire idee contrarie.