Arte e artisti

di Ilaria De Rosa

Nel 1977 il regista polacco al tempo 43enne, Roman Polanski, conosciuto per lavori come Oliver Twist (2005) e Il Pianista (2002), ricevette sei capi di accusa tra cui stupro nei confronti dell’allore 23enne Samantha Gailey, figlia dell’attrice Susan Gailey. Roman Polanski venne arrestato il giorno dopo : tuttavia, per proteggere anche la bambina dal dover comparire in tribunale, si scelse un patteggiamento e l’accusa di Polanski venne commutata in rapporto sessuale extramatrimoniale con persona minorenne. Il regista si dichiarò colpevole: il giudice parlò di rapporto sessuale illecito, ma mai di stupro, come si legge su Il Giornale,it.

Avendo appreso che poteva rischiare la reclusione e la deportazione Polanski divenne latitante inl’Europa, successivamente si stabilì in Francia dove vive tutt’oggi. Nonostante le accuse Polanski proseguì con la sua carriera come uomo libero e venne in più occasioni premiato in cerimonie europee ma anche statunitensi alla quale lui non poté mai partecipare non essendo cadute le accuse nei suoi confronti.

Durante il Cesar Awards di Parigi del 2020, considerato gli Oscar francese, Roman Polanski vinse per miglior regia del suo film J’Accuse, a noi arrivato col nome di L’Ufficiale e La Spia. Alla sua premiazione Adele Haenel, nota attrice francese, seguita da altre celebrità lasciò la cerimonia dicendo: “Applausi per il pedofilo” con un tono satirico. Ancor prima di vincere alcuni francesi scesero in piazza per protestare contro il fatto che era stato nominato in primo luogo.

All’Accademia statunitense sono bastate solo due settimane per bandire Will Smith dagli Oscar ed eventi correlati per aver aggredito Chris Rock, mentre con Roman Polanski i piani alti si sono mossi con grande lentezza. Solo nel 2018, ben 40 anni dopo il processo in cui ammise allo stupro di un minore, si sono decisi ad espellerlo.

Il quesito da porsi è se è possibile riconoscere che dietro ad un grande talento non è detto che ci sia un grande uomo. Si può separare l’arte dall’artista, riconoscere l’arte senza apprezzare l’artista?

In caso non ne fossimo capaci, non saremo comunque in grado di nascondere l’arte da loro condivisa.

Anche Charlie Chaplin aveva sposato una 15enne. Elvis e sua moglie Priscilla Presley si frequentavano quando lei aveva solo 14 anni e lui 24. Tre delle amanti e muse ispiratrici, Olga Khokhlova, Dora Maar, Jacqueline Roque, di Pablo Picasso si suicidarono a causa dell’abuso che ricevettero da lui. Il figlio e il nipote fecero la stessa fine. Il noto cantante R. Kelly è stato condannato a 30 anni in carcere nel penitenziario di Brooklyn per aver preso parte in traffico sessuale. Uno dei maggiori esponenti dell’arte barocca italiana, Gian Lorenzo Bernini fece sfregiare il volto della sua amante Costanza Bonarelli poiché sospettava un tradimento; episodio per il quale pochi mesi fa, dicembre 2021, la Galleria degli Uffizi di Firenze organizzò una mostra contro la violenza sulle donne chiamata “lo sfregio”. Jeffrey Epstein, imprenditore e insegnante nella Dalton School in Manhattan morto in prigione prima di ricevere la sua sentenza, venne processato per aver allestito un anello di traffico sessuale di minori su un’isola di suo possedimento alla quale apparentemente fecero parte molti volti conosciuti.

Far finta che queste persone non siano mai esistite non è la soluzione, la regola dovrebbe permettere di apprezzare il loro lavoro ma solo se si è consapevoli di ciò che hanno fatto.

La più grande ingiustizia è però lasciare che vengano apprezzati proprio attraverso la loro arte e così facendo mancare di rispetto a chi ha sofferto il loro abuso.

Redazione



Il Salice

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