Immediatezza, la parola-chiave della comunicazione
Ciò che caratterizza il XXI secolo è la velocità e la continua mutazione grazie a tecnologie sempre più nuove e avanzate. Tra tutte la comunicazione, che è nettamente cambiata anche solo rispetto a quella di quindici anni fa.
L’evoluzione della comunicazione
Questa evoluzione si riesce a comprendere anche dalle parole di Roberto Saviano, che, nel 2014, diceva che in Italia si era molto legati alla diffusione di informazioni e pubblicità tramite i canali tradizionali e che questo riduceva il tempo di trasmissione e il bacino dell’utenza della notizia. Oggi, nove anni dopo, si può dire che l’Italia ha seguito il ragionamento di Saviano, usufruendo delle nuove modalità di trasmissione. Certamente i canali tradizionali, come giornali, televisione e cartelli pubblicitari, sono rimasti ma sono state aggiunte nuove strade, prime fra tutti i social media che hanno ampliato il pubblico, raggiungendo soprattutto le nuove generazioni, ma non solo.
L’efficacia dei social media
I messaggi, in particolare le sponsorizzazioni e le pubblicità, inviati da persone influenti tramite social sono molto efficaci perché, mentre i canali tradizionali trasmettono ciò che bisogna comunicare in modo formale e distaccato, questi sono presentati in maniera più diretta e paiono più “personali”. Anche se lo stesso messaggio è stato inoltrato a migliaia di followers, sembra strizzino l’occhio ad un unico destinatario. Inoltre la loro efficacia si basa sul fatto che sono inevitabili da vedere: il giornale si può non comprare se non si è interessati, i cartelloni pubblicitari, se si è distratti o di fretta, possono passare inosservati e i volantini sono soliti ad essere buttati nel primo cestino senza neanche essere aperti. Le pubblicità nei social, invece, sono ordinate uniformemente tra quello che piace all’utente, non solo “fisicamente” ma anche in base agli argomenti e ai contenuti che potrebbero interessarlo, grazie a degli algoritmi che determinano l’invio in base a ciò che piace.
Tutti vorrebbero essere Chiara Ferragni
Nel 2014 Roberto Saviano parlava di YouTubers perché YouTube è stata la prima piattaforma che ha interessato e tenuto attaccate al telefono le persone, ma oggi sono presenti altri social e, con loro, altri autori; i più importanti sono Instagram, con gli influencer, e TikTok, con i TikToker. Ad ogni modo, sono tutti utenti che creano dei contenuti che interessano le persone e che, col tempo, avendo tanti utenti che li seguono, diventano famosi. Per questo, se inoltrano una notizia o promuovono un prodotto, il loro messaggio raggiunge migliaia di persone. La forza degli influencer è che sono, almeno inizialmente, persone comuni, che creano contenuti amatoriali e che si rivolgono ai followers come se fossero amici. Questo crea l’istinto involontario di seguirli, imitarli e voler essere come loro. Uno dei primi manager che iniziò a ideare gli sponsor su YouTube è stato Luca Casadei che, prendendo spunto dalla modalità già presente in America, provò a portarla anche in Italia. Oggi, grazie ai social, sono stati creati molti lavori, non solo quello degli influencer, ma anche chi sta dietro e chi amministra la pagina dei personaggi famosi e della aziende.
La viralità
Con i social è molto semplice raggiungere la viralità perché funzionano su livello esponenziale: un contenuto arriva a trecento persone e queste lo mandano ad altre trecento fino a che tutto il web ne viene a conoscenza e il contenuto diventa virale.
Il rovescio della medaglia
Ma come in tutte le cose, i social hanno diversi aspetti negativi. Il più evidente è che ci può accedere e scrivere chiunque, con il rischio di condividere fake news o commenti che screditano e denigrano. Inoltre, essendo i social caratterizzati dall’immediatezza, come un contenuto o un creator acquista viralità e fama in poco tempo, con la stessa velocità può sparire nel nulla e dal nulla, coerentemente con una società che non aspetta come la nostra.