I sogni come superpotere: Hanno ucciso l’Uomo Ragno

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I sogni rappresentano il filo conduttore di una storia che è ritornata di stretta attualità: quella di Max Pezzali e Mauro Repetto, ovvero gli 883, due ragazzi di provincia che raggiungono il successo e diventano un grande fenomeno musicale. La loro avventura è segnata dall’entusiasmo e dalla determinazione. Con il grido di “dignità zero” i due dimostrano che la passione può superare le difficoltà. Componendo le loro prime canzoni sapendo a malapena suonare uno strumento, incarnano il messaggio che è possibile cadere, ma anche rialzarsi. Come afferma Max, “il nostro superpotere sono i nostri sogni”, un’affermazione che risuona profondamente non solo per la loro generazione, ma anche per le nuove leve.

Recentemente, il successo della serie TV dedicata agli 883 ha riportato l’attenzione su questa storia iconica, rivelando come le loro canzoni continuino a toccare il cuore di molti. La narrazione ha saputo catturare l’essenza di un’epoca che caratterizza anche i giovani di oggi. La storia degli 883 risuona con una generazione di giovani che, pur avendo ricevuto promesse di grandezza, si sono trovati di fronte a una realtà deludente al raggiungimento dell’età adulta. Spaesati, delusi e arrabbiati, questi ragazzi hanno trovato la loro strada, riflettendo esperienze comuni. “Hanno ucciso l’Uomo Ragno” è un inno alla semplicità e, in un certo senso, alla mediocrità, raccontando di giovani desiderosi di scappare da una provincia che sembra stretta, da un’esistenza caratterizzata da “stesso posto, stessa storia, stesso bar”. Se guardiamo ai liceali degli anni ’90 e a quelli di oggi, emergono sia similitudini che differenze significative. Entrambi affrontano sfide legate all’identità, all’aspettativa sociale e alla pressione per avere successo ad ogni costo. Tuttavia, il contesto in cui si sviluppano queste esperienze è profondamente diverso.

Negli anni ’90 i ragazzi vivevano in un’epoca priva di internet e dei social media, favorendo relazioni sociali immediate e un senso di comunità dove la musica degli 883 rappresentava una valvola di sfogo e un modo per esprimere sentimenti di frustrazione e speranza. Oggi, invece, i liceali sono immersi in un mondo digitale, dove le interazioni avvengono principalmente online: questo porta a un accesso immediato a informazioni e opportunità, ma può anche intensificare sentimenti di isolamento e confronto costante. La pressione di apparire “perfetti” sui social media può rendere più difficile accettare le proprie imperfezioni. Tuttavia, i sogni rimangono un elemento vitale della condizione umana, e la musica continua a essere un potente veicolo di espressione e connessione. La storia degli 883 non è solo un racconto nostalgico di un’epoca passata, ma un riflesso di come i sogni e le aspirazioni dei giovani, sebbene presentino sfide diverse a seconda del contesto, possano avverarsi. La loro musica continua a ispirare, incoraggiando le nuove generazioni a non smettere mai di sognare e a credere che, nonostante le difficoltà, i sogni possono diventare realtà.

Jacopo Covolan



Il Salice

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