Essere felici oggi

di Maria Romero

La felicità è un modo di vedere la vita, un atteggiamento con cui ci si confronta con le situazioni e, nonostante la nostra dipendenza dagli stereotipi creati dagli altri, dipende solo da noi. La felicità, al giorno d’oggi, non è più un concetto libero e speciale per ognuno, ma è diventata un’imposizione della società. Attraverso i social media, la televisione e il cinema ci vengono imposti dei modelli e siamo indotti a pensare che solo seguendoli raggiungeremo la gioia. 

Le pubblicità con giovani belli e ricchi su macchine lussuose è diventata il modello di felicità per la nostra generazione. Attraverso questi annunci, le aziende ci spingono ad acquistare sempre più prodotti, facendoci illudere che questo ci porterà alla felicità. In sostanza, la gioia che la società ci impone è solo una felicità temporanea, destinata a svanire con il passare delle mode. 

I giovani, in particolare, ma non solo, possono pensare di poter essere allegri solo al raggiungimento di un determinato obiettivo, scolastico, lavorativo o emotivo. Tuttavia, questo li porta a una frustrazione ancora maggiore. Infatti, l’essere umano è progettato per desiderare sempre di più, quindi, una volta raggiunto un obiettivo, vorrà sempre arrivare a quello successivo.

Potere, bellezza e giovinezza sono i tre aspetti che caratterizzano l’idea di felicità contemporanea. Queste caratteristiche erano già ricorrenti negli dei dell’antica Grecia, quindi è nella natura dell’uomo credere che la gioia si trovi in queste cose. Nonostante ciò, gli esseri umani che vivono nella nostra società si ritrova sempre insoddisfatta e infelice, proprio perché basa la propria serenità su aspetti futili e di poco conto, come i soldi, il potere e l’aspetto esteriore.

Questa insoddisfazione generale inoltre è causata dal fatto che si cerca la felicità solo nelle grandi occasioni, quali una laurea o il matrimonio e, nonostante questi eventi portino infinita gioia a un individuo, per una felicità permanente bisogna saperla trovare nelle piccole azioni quotidiane. 

Ciò che potrebbe aiutare è la gratitudine per ciò che già si ha, invece i social ci spingono costantemente a paragonarci con gli altri e a disprezzare ciò che abbiamo per lo smodato desiderio di avere ciò che ha un altro. 

Cambiare il proprio atteggiamento per raggiungere la gioia interiore è difficile e richiede impegno; per questo la maggior parte delle persone è infelice e preferisce la felicità temporanea dettata dal consumismo piuttosto che una duratura che richiede fatica e lavoro su se stessi. Libri sulla crescita personale, mental coaches, video su YouTube e podcast sul raggiungimento della felicità sono sempre più popolari e ciò fa capire quanto l’uomo richieda ontologicamente di essere felice. 

Un altro concetto importante da affrontare se si parla della ricerca della felicità è il dolore. La società ci porta a pensare che il dolore sia qualcosa da cui scappare, ma questo tentativo di fuga può portare a cercare rifugio nell’ alcolismo e nell’uso di droghe. Il dolore dovrebbe in realtà essere qualcosa da accettare come ciò che ci fa conoscere il piacere. Per un adolescente per esempio, l’estate è il momento di massima felicità, questo perché è diverso dall’anno scolastico, ma se l’anno fosse solo formato dall’estate, questa non porterebbe più la stessa gioia. Così conosciamo la felicità solo perché al contempo conosciamo il dolore. 

Bisogna trovare quindi la felicità non negli oggetti, ma nella compagnia delle persone che amiamo, e nei piccoli momenti quotidiani in cui ci sentiamo bene con noi stessi ed essere grati per ciò che abbiamo nel presente affrontando tutte le nostre emozioni senza cercare di reprimerle, ma vivendole a pieno, perché sono ciò che ci fanno conoscere la felicità.