Professional Dreamers – l’occhio del fotografo, lo sguardo dello psicologo

La mostra fotografica al Museo Nazionale del Risorgimento – Palazzo Carignano
Fino al 29 giugno a Torino è possibile una mostra fotografica molto particolare di Tiziana e Gianni Baldizzone, noti fotografi internazionali. Sono esposte le immagini di quindici donne che sono riuscite a raggiungere la realizzazione di sé e il benessere personale, inseguendo il proprio sogno, superando ostacoli e anche grandi difficoltà. Le immagini fotografiche sono la trasposizione concreta di un sogno che per sua natura è immateriale, e questo rende la mostra assolutamente particolare. Per i Baldizzone è stato importante trovare i soggetti e i temi giusti che potessero esprimere visivamente i desideri e i sogni delle donne. Avevano già sentito l’esigenza di documentare il ruolo delle donne nella società e come oggi una donna possa realizzare le proprie aspirazioni personali. “L’idea del progetto non è quella di mostrare come le donne possano avere successo e raggiungere posizioni di alto livello, normalmente non accessibili al genere femminile ma di illustrare come, con un sogno anche piccolo, una donna possa trovare un mestiere che le piace e la ispira; un mestiere che è quello che Lei ha cercato e sognato, inconsciamente o meno”.
Il lavoro è frutto della collaborazione tra i fotografi e la psicologa, Remigia Spagnolo: mentre la psicologa ha intervistato queste donne individuando il loro sogno come ricerca progressiva di se stesse e del proprio ruolo nel mondo mentre si lavora, partendo dall’analisi del loro sogno professionale, per i fotografi è stato estremamente sfidante tradurre in immagini il percorso di queste donne, che già nel cartellone di presentazione all’inizio della mostra sono ritratte con il volto coperto a metà a rappresentare la parte consapevole e quella non consapevole. Si tratta di personaggi dalle professionalità più svariate e provenienti da varie parti del mondo.
Le fotografie bisogna imparare a guardarle perché ogni dettaglio conta. Per rendere concreta l’immagine del sogno i fotografi hanno inserito dei particolari o hanno presentato le donne in un contesto che rivelasse il sogno che le ha portate alla realizzazione professionale.
L’immagine dell’astrofisica Patrizia Caraveo, l’archeologa del cielo, la presenta intenta a scrutare le stelle con il suo cannocchiale puntato verso il cielo, a simboleggiare l’inseguire il sogno. “Se non fosse diventata un’astrofisica probabilmente avrebbe imparato a decifrare geroglifici. Voleva fare l’egittologa ma è finita a studiare le stelle di neutroni che sono delle mummie di stelle, quel che resta di una stella quando muore. In un certo qual modo, Patrizia Caraveo studia l’archeologia del cielo. L’astrofisico – dice- va indietro nel tempo perché vuole arrivare a capire il cielo com’era quando è partita la luce. La stella, la galassia che vediamo oggi potrebbe aver fatto una triste fine ma non lo si saprà fino a quando le informazioni non arriveranno fino a noi. Per trovare queste risposte Patrizia Caraveo scava nel cosmo per ricostruire quale possa essere stata la vita di un reperto cosmico, come una stella prima di implodere. L’occhio del fotografo mette a confronto l’astrofisica nel quotidiano in studio con l’archeologa del cielo, cercando il sogno tra strumenti che evocano la storia come il telescopio di Schiapparelli o nel gesto che lavora nel cielo per riportare alla luce un reperto di cui non sembra esserci memoria ma scritto nel cielo”.
Si possono osservare anche le fotografie che ritraggono Elisabetta Mijno: paralizzata per un incidente fin dall’infanzia, non si è fermata davanti alla disabilità e ha raggiunto il suo sogno professionale, diventando un chirurgo della mano e superando stereotipi e pregiudizi come quelli di un chirurgo in sedia a rotelle. Inoltre ha anche intrapreso un percorso sportivo che l’ha portata a centrare 5 medaglie paraolimpiche nel tiro con l’arco. L’occhio del fotografo la ritrae gareggiare con normodotati, sottolineando la diversità con l’immagine dell’arciera che un prato separa dai bersagli affollati di concorrenti che controllano il proprio punteggio.
La domanda che nasce osservando le immagini è: sto inseguendo il mio sogno? Ho scoperto qual è veramente? Sono capace di andare oltre per raggiungerlo, fortificando la mia determinazione, la mia pazienza, la mia costanza?
La mostra, bella esteticamente per la competenza dei fotografi, fa riflettere.