La nuova guerra contro le democrazie

di Beatrice Poletto, Tommaso D’Onofrio
Nella Sala Viola del Salone del libro di Torino ha avuto luogo la presentazione del libro La nuova guerra contro le democrazie di Maurizio Molinari, ex direttore de “La Repubblica” e de “La Stampa”, un testo che tratta la complicata geopolitica attuale.
In primo luogo l’autore ha omaggiato il Salone che con i suoi libri aiuta tutti noi a fermarci a riflettere in un mondo sull’orlo della crisi, così come ci informano i media. In relazione a ciò è stato usato il provocatorio termine “ottimismo” riguardo le nuove opportunità grazie al Pontefice e all’Unione Europea, la quale può garantire una difesa comune e un’unità economica di un continente che come mercato “gestisce il 50% dei traffici internazionali”, come afferma egli stesso. Successivamente l’ex direttore si è anche soffermato sulle parole di Leone XIV riguardo la rivoluzione digitale fonte di disuguaglianze che a loro volta conducono a populismo e sovranismo. In aggiunta, è stato citato il disarmo delle parole per evitare fake news fautrici di odio e cyberbullismo, uno dei reati più presenti in Italia.
In seguito è stato esposto un secondo tema: le autocrazie, ossia Cina. Russia, Iran e Corea del Nord. Questi Stati non sono tra loro coordinati, tuttavia hanno in comune l’aggressività. La svolta a tutto questo è stato l’avvento di Donald J. Trump, il quale ha cambiato fronte per rimescolare l’ordine internazionale post guerra fredda. Questo fenomeno è osservabile anche in economia con l’ascesa del nazionalismo protezionista, una delle cause della Prima Guerra Mondiale come asserisce Molinari, che ci mostra dunque una ciclicità dell’economia mondiale da cui l’Europa non deve nascondersi.
Dopo questo approfondimento, Elena Loewenthal, giornalista e moderatrice dell’incontro, ha spostato il baricentro della discussione su un ulteriore argomento trattato nel libro ossia l’Africa e il Golfo Persico. Difatti, sfuggendo agli occhi di tutti, l’Etiopia ha progettato di costruire una ferrovia che le consentisse un’apertura sul mare, partendo da Addis Abeba (capitale della nazione e dell’Unione Africana) fino in Somaliland. Ciò che tuttavia ci è maggiormente ignoto è chi costruirà e possederà questo mezzo di comunicazione: gli Emirati Arabi Uniti. Costoro in questo modo aumenteranno il loro controllo e la loro potenza economica dal corno d’Africa fino al Golfo Persico.
Infine, non poteva mancare qualche osservazione sulla Russia di Putin. Essa è definita da Molinari la “maggiore instabilità del pianeta” poiché non con il commercio, non con la finanza, ma con la forza vuole cambiare i confini e gli equilibri globali. Ci viene inoltre illustrato un parallelismo tra il modo di combattere di Napoleone e quello dello “Zar”: sacrifici umani infiniti con la speranza di un favorevole risultato finale. In questo caso per giunta ci si aspetta un’offensiva della Russia anche nei confronti della Finlandia, con la quale condivide uno dei confini più blindati sulla Terra. I finlandesi si aspettano una escalation tra i prossimi tre e cinque anni, motivo per cui hanno stretto accordi anche con i loro vicini svedesi: la Svezia fornirà carri armati mentre la Finlandia le truppe. Questo, osserva Molinari, è un’altra dimostrazione dell’importanza di una difesa collettiva a livello europeo.
Con queste parole si è deciso di concludere l’introduzione al libro La nuova guerra contro le democrazie: un’analisi degli equilibri mondiali anche su temi e fatti che spesso ci sfuggono per mettere in primo piano altre notizie.