Cibo sano, vita più lunga

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Mangiare più sano e inquinare meno” sono le parole che riassumono l’intervento del Dottor Franco Berrino, noto medico specializzato nelle ricerche sul cancro, tenutosi venerdì 10 Gennaio nel nostro istituto. Nel corso della recente conferenza si è discusso a fondo dell’impatto dello zucchero sulla nostra salute e sull’ambiente, degli allevamenti di soia, utilizzata principalmente per nutrire animali d’allevamento; si è parlato degli allevamenti intensivi di bovini e suini, della produzione industriale del latte e attraverso un viaggio storico e scientifico Berrino ha rivelato verità spesso trascurate sulla produzione alimentare.

Franco Berrino è un medico ed epidemiologo italiano che ha dedicato la sua carriera allo studio della prevenzione delle malattie attraverso uno stile di vita sano, con particolare attenzione all’alimentazione. Ha lavorato per oltre trent’anni presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, dove ha diretto il Dipartimento di Medicina Preventiva e Predittiva; la sua attività di ricerca si è concentrata sull’importanza dell’alimentazione nella prevenzione di patologie croniche come il cancro, il diabete e le malattie cardiovascolari.

Come ha raccontato durante il suo intervento, Berrino ha condotto studi che dimostrano come una dieta equilibrata, ricca di cereali integrali, legumi, verdure e povera di zuccheri raffinati, carni rosse e cibi industriali, sia fondamentale per mantenere il benessere.

Lo zucchero: un dolce che ha un retrogusto amaro

Lo zucchero, originariamente importato dall’Oriente (lo scoprì Marco Polo), si adattò perfettamente al clima dei Caraibi, tuttavia, la coltivazione su larga scala richiese ampia forza lavoro che portò alla tragica deportazione di milioni di schiavi dall’Africa. Per secoli, lo zucchero è stato un lusso per i ricchi, ma con l’Ottocento, tutto cambiò: durante l’era di Napoleone si scoprì che era possibile estrarlo anche dalla barbabietola. Questo rese lo zucchero accessibile a tutti, ma con gravi conseguenze per la salute del nostro organismo.

Perché fa così male al nostro corpo?

Il corpo umano non è progettato per metabolizzare grandi quantità di zucchero raffinato. Berrino ha spiegato che, mentre il miele e la frutta contengono sostanze che mitigano gli effetti dannosi del fruttosio, lo zucchero puro crea uno squilibrio. Quando consumiamo zuccheri semplici, il nostro cervello, grande consumatore di glucosio, può temporaneamente beneficiarne, ma l’impatto a lungo termine sul metabolismo è devastante. La velocità con cui lo zucchero entra in circolo nel sangue causa picchi glicemici, seguiti da bruschi cali, che portano nel quotidiano ad abbassamenti immediati della concentrazione; il dottore ha spiegato che chi fa una colazione, anche sostanziosa, a base di solo zucchero (biscotti semplici, creme spalmabili su pani semplici, ecc.) perde la concentrazione dopo solo 2 ore di lavoro in classe a causa di un crush glicemico impressionante. Il fruttosio, spesso pubblicizzato come “alternativa più sana”, è in realtà ancora più dannoso poichè è responsabile dello sviluppo della gotta e di altre infiammazioni. Per ridurre gli effetti nocivi, Berrino consiglia di optare per il miele autentico, accompagnato da noci o mandorle, poiché i grassi della frutta secca rallentano l’assorbimento del fruttosio.

Le implicazioni ambientali della produzione intensiva

La coltivazione dello zucchero e la produzione alimentare intensiva hanno ripercussioni devastanti sull’ambiente, contribuiscono alla deforestazione e all’aumento delle emissioni di CO2. Le piantagioni di soia, utilizzata principalmente per nutrire animali d’allevamento, sono un altro tassello del problema: le terre africane e sudamericane vengono saccheggiate per questa coltura, con gravi conseguenze per la biodiversità e la sicurezza alimentare locale.

L’allevamento intensivo di bovini è la causa di questa espansione smisurata delle colture di soia; un tempo le mucche si nutrivano di latte e fieno e producevano quantità modeste, ma sufficienti di latte (12L circa), oggi vengono alimentate con soia (alimento ricchissimo di proteine) per aumentare la produzione fino a 40-50 litri al giorno. Questo sistema non solo distrugge le foreste dei paesi produttori di soia, ma aggrava anche il problema delle emissioni di gas serra contribuendo al cambiamento climatico.

Attenzione a lattine e prodotti esportati

Un altro aspetto critico di cui ha parlato il dottor Berrino riguarda le bevande industriali, come quelle in lattina, che contengono bisfenolo A (BPA), una sostanza chimica che interferisce con il sistema endocrino e sarà bandita tra 18 mesi. Il BPA non si trova solo nelle bevande, ma anche nel rivestimento interno di molte lattine, rendendo preferibili alternative in vetro. Anche se l’UE ha bandito l’utilizzo di questa sostanza tra un anno e mezzo i problemi sono molteplici, negli stabilimenti per lattine questa sostanza rimarrà presente fino allo smaltimento degli impianti produttivi. Inoltre essendo vietato il solo utilizzo può essere comunque usato in diversi prodotti poi importati all’interno dell’UE da Norvegia, Svizzera o altri paesi esportatori. Lo stesso discorso vale per il cacao e i salumi: molti paesi d’origine utilizzano pesticidi e nitriti vietati in Italia esponendo i consumatori a sostanze tossiche.

Cosa possiamo fare per migliorare?

Berrino ha sottolineato che piccoli cambiamenti nelle abitudini alimentari possono avere un grande impatto, sia per la salute personale che per il pianeta. Ad esempio:

  • Limitare il consumo di zucchero raffinato e di alimenti trasformati: evitare prodotti come corn flakes ed estrudati, che hanno perso ogni valore nutrizionale durante i processi industriali.
  • Evitare il consumo di carni e latticini industriali, ma optare per prodotti locali che aiutano a diminuire la domanda di allevamenti intensivi e le relative conseguenze ambientali.
  • Evitare prodotti contenenti emulsionanti e additivi: questi danneggiano l’intestino e possono portare a patologie croniche.
  • Scegliere alimenti autentici e meno lavorati: preferire miele di qualità, verdure crude o bollite e farine integrali.

Federico Fassi



Il Salice

Il “Salice” nasce nel 1985. Negli ultimi sette anni sono stati pubblicati più di 2000 articoli online.


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31 Dicembre 2024

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