Libri e idee per un’identità democratica

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di Pietro Montariolo e Beatrice Poletto

Al Salone del Libro di Torino abbiamo assistito ad un’importante conferenza dal titolo “Libri e idee per un’identità democratica”, tenutasi nella prestigiosa Sala Oro del padiglione Oval. Gli ospiti: Gustavo Zagrebelsky, Massimo Giannini, Nicola Lagioia, Anna Foa, Marco Revelli e Simonetta Fiori, organizzatrice dell’evento.

La presentazione del libro “La biblioteca di Raskolnikov” (Einaudi editore), curato dalla Simonetti è stato il filo conduttore di tutti gli interventi, dei quali riportiamo quelli di maggior rilevanza.

Il professor Gustavo Zagrebelsky alla domanda di Giannini “Cosa rischia oggi la nostra democrazia?” ha esordito precisando come oggi come il nostro Paese stia vivendo una fase di grandi cambiamenti, molti dei quali gli paiono alquanto preoccupanti. Ampio spazio è stato dedicato dall’ex presidente della Corte Costituzionale a commentare, con parole anche dure, la tanto discussa Riforma Costituzionale che l’attuale governo di centro-destra sta portando avanti. I riformatori, secondo Zagrebelsky, stanno per condurre l’Italia sull’orlo di un grande precipizio, in fondo al quale una costante divisione del popolo rischia di diventare insostenibile. Gli elettori saranno infatti chiamati a schierarsi, o bianco o nero, come nelle democrazie plebiscitarie. Il giurista ha anche offerto uno spunto di riflessione certamente significativo. Secondo la sua valutazione, la narrazione di coloro che sostengono questa riforma, e che quindi hanno assicurato che i poteri del Presidente della Repubblica non saranno assolutamente modificati, è falsa: infatti in discussione c’è anche la possibilità, se passasse la riforma, che il partito con più voti ottenga un “premio di maggioranza” molto consistente (addirittura il 55% dei seggi). Zagrebelsky ha sottolineato come con un controllo così forte sul parlamento, il partito di maggioranza avrebbe i numeri per scegliere indiscriminatamente il Presidente della Repubblica, il quale inevitabilmente sarebbe un uomo eccessivamente “di parte”.

 

Il dibattito si è poi spostato sul tema della deriva o crisi, come la si vuole definire, della democrazia. Il politologo e saggista Marco Revelli, chiamato in causa da Giannini, si è espresso a favore del dialogo e del reciproco confronto, come essenza stessa della democrazia; un’essenza che può essere colta appieno, secondo Revelli, solamente se oltre a dare la propria disponibilità a questo dialogo si è realmente disposti ad averlo. Affinché lo scambio di idee ed opinioni sia costruttivo entrambi gli interlocutori devono essere disposti a mettere in discussione alcune delle proprie convinzioni e a provare un rispetto reciproco. Citando il libro della Simonetti, con la frase “si ha la sensazione che qualcosa di molto prezioso stia morendo”, il professore conclude il suo intervento ripreso subito con toni anche più accesi da Anna Foa. La storica, oltre a ribadire il suo pieno sostegno a quanto detto in precedenza, vira leggermente la conversazione verso le minoranze e l’importanza di queste in un Paese democratico. Con una carrellata, la saggista ha ripercorso il valore delle minoranze nel nostro Paese e non solo, a partire dal Risorgimento fino ai giorni d’oggi dove, secondo lei, queste sono drammaticamente sempre più isolate e messe da parte; analisi soffermatasi in particolare negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale nei quali proprio quelli che per lungo tempo erano stati emarginati e perseguitati stavano scrivendo la Storia: “La nostra costituzione è stata fatta dalle minoranze” chiude la Foa.

Con un grande supporto da parte del pubblico, Nicola Lagioia scrittore e direttore del Salone Internazionale del Libro di Torino fino al 2023 ha introdotto e commentato l’ultimo ostico argomento riguardante la forte contestazione verso il Ministro della Famiglia Eugenia Roccella, agli Stati Generali della Natalità del 9 maggio; sostenuto da Giannini, Lagioia si è detto sempre a favore della partecipazione attiva dei giovani, nella politica e nella società, i quali piano piano si stanno interessando nuovamente a queste tematiche e secondo lo scrittore piuttosto che rimanere “chiusi in casa sui social, è meglio che scendano ad urlare alle manifestazioni”. Posizione diversa invece quella  di Zagrebelsky che intervistato in chiusura ha spiegato come secondo lui, la politica e il manifestare le proprie idee e a maggior ragione il proprio dissenso, sia sacrosanto e doveroso ma sempre nei canoni e nei modi appropriati ad un Paese democratico e libero come lo dovrebbe essere l’Italia. Zagrebelsky conclude la conferenza augurando a tutti i presenti di fare in modo di essere sempre un po’ dei “castori” che lavorano costantemente e duramente per arginare la grande disfatta a cui “i tarli”, cioè coloro che pensano di poter fare della Costituzione un qualcosa di modificabile a proprio piacimento, ci stanno silenziosamente conducendo (metafora già usata in precedenza).

La scrittrice Simonetta in modo molto conciso ha motivato la conferenza dicendo che se anche solo uno tra i presenti uscito dal padiglione avesse sviluppato un certo spirito critico rispetto ai fatti discussi, ìpoteva considerare di aver fatto bene il proprio dovere,

 

 

Pietro Montariolo



Il Salice

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