Il Salice alla Triennale

Il Salice alla Triennale
Pratone
libreria "Carlton"
699 Superleggera
Triennale

Mobili, design e idee creative, Milano durante la settimana dal 15 al 20 aprile ha cambiato aspetto e da capitale di moda è diventata città simbolo del design. In ogni strada del centro si sente un’aria diversa, le stampe di tendenza si legano a forme sinuose per creare dei capolavori accessibili a tutti negli eventi fuori salone. Un turbinio di progetti, attualità e creatività che coinvolge tutta la città.

Anche il Salice come redazione ha partecipato a questa atmosfera visitando la Triennale.

Il museo del design nasce, in realtà, prima come Biennale a Monza nel 1923 e solo poi nel 1933 viene trasferito a Milano a Palazzo dell’Arte da Giovanni Muzzo. Essendo una triennale, possiede delle mostre che cambiano ogni tre anni delle esposizioni temporanee e una perenne concentrate non solo sul design, ma anche sull’arte contemporanea. Il museo è poliedrico: cerca, infatti, di spaziare da pezzi unici di arredamento a poster pubblicitari a opere d’arte a rappresentazioni teatrali. Non solo è presente un teatro al piano inferiore, ma anche un archivio dove sono contenuti una selezione di documenti accessibili al pubblico. Esso è parte del progetto BACK TO MUZZO in cui viene dedicato lo spazio “Cuore” per la parte pulsante, ma spesso nascosta del museo che si trasforma quindi anche in un centro di studio e ricerca.

La redazione ha visitato la mostra permanente che, per celebrare il centenario della Triennale, ha subito un rinnovamento dell’allestimento. La mostra inizia con i pezzi più importanti della fine degli anni 20-30 per poi continuare fino ai giorni nostri. Dall’artigianato alla tecnologia da sedie leggerissime a soffici divani fino a oggetti che sono entrati a far parte dell’uso quotidiano. Ed è proprio questo che significa design: trasformare un oggetto comune in qualcosa di unico e particolare riconoscibile dalle generazioni future.

Il primo oggetto che si osserva, stranamente, è un dissuasore di traffico, anche detto panettone stradale per la forma che ricorda il tipico dolce milanese: esso è così comune che quasi non ci si accorge della sua presenza, ma allo stesso tempo inserito in un contesto diverso si percepisce la sua importanza. Inoltre, nell’esposizione si nota un’evoluzione: se negli anni 30 i materiali utilizzati sono solo legno e metallo per creare sedie e tavoli resistenti, intorno agli anni 50 le necessità cambiano. Variano, per esempio, i materiali, come la sedia Margherita costruita interamente di giunco, e le funzioni come nella 699 Superleggera di Gio Ponti, che pesa solo 1.7 kg ed è formata da due tipologie di legno, o nella Luisa di Franco Albini, costruita per risolvere i problemi alla schiena della sua segretaria.

Di grande rilevanza è anche la sedia “Lady” che rappresenta un connubio perfetto tra design e industria visto che fu realizzata da Marco Zanuso in collaborazione con Pirelli e diventò presto la prima poltrona al mondo in gommapiuma e poliuretano espanso. Negli anni ’60, invece, si prediligono arredamenti salva spazio e dinamici come la libreria girevole “Centro” che ricorda un espositore di cartoline e lo stesso obiettivo di ottimizzare lo spazio verrà poi ripreso negli anni 80 dalla libreria “Carlton”, progettata da Ettore Sottsass, caratterizzata dalle forme e dai colori vivaci.

I progetti creativi di numerose lampade come Toio, realizzata dai fratelli Castiglioni partendo da materiali riciclati, Eclisse che simula l’omonimo fenomeno, e Medusa, formata da lamelle metalliche luminescenti, arricchiscono la collezione. Non solo lampade e sedie, ma anche divani di tutti i tipi, la radio, la televisione senza telecomando, lo swatch e la caffettiera compaiono nell’allestimento.

Di sicuro da menzionare perché sconvolge le forme classiche e l’idea di design tradizionale è il divano “Pratone” che simula un prato gigante in cui ognuno si può riposare immerso negli steli verdi.

Insomma, il museo del design rappresenta idee particolari, progetti unici e oggetti fantasiosi che stravolgono il quotidiano e arricchiscono la nostra cultura e la nostra storia con modalità completamente diverse da quelle a cui siamo abituati.

Benedetta Tabbia



Il Salice

Il “Salice” nasce nel 1985. Negli ultimi sette anni sono stati pubblicati più di 2000 articoli online.


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