Libertà religiosa, un diritto spesso infranto.
di Edoardo Usai, Samuele Savino, Ludovica Evangelista
Cosa vi viene in mente quando sentite la parola “martirio”? Probabilmente i remoti tempi di Decio, Nerone e Diocleziano. Insomma, tragedie ormai passate figlie di un tempo che non c’è più. Difficile credere invece che interessi paesi che hanno un seggio all’ONU e giovani del XX e del XXI secolo.
In realtà circa 4,9 miliardi di individui vive in paesi dove la libertà religiosa è compromessa, stando a quanto ha scritto nel suo ultimo rapporto Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), una fondazione cattolica nata con lo scopo di garantire a tutti i cristiani del mondo di poter vivere serenamente la propria fede nel loro paese d’origine, senza essere costretti a scappare. Purtroppo ci sono ancora circa 350 milioni di fedeli vittima di persecuzioni e discriminazioni, atrocità che accompagnano da sempre il cammino dei cristiani.
Per sensibilizzare gli studenti sull’argomento, Valsalice ha deciso di ospitare la mostra sui giovani martiri realizzata da ACS, che racconta in 18 pannelli la vita di nove persone che hanno coraggiosamente scelto di dare la loro vita in difesa della libertà e per amore del messaggio cristiano, diventando un esempio di fede per tutti i credenti. Non mancano, nell’esposizione, approfondimenti sulla situazione socio-culturale delle regioni in cui hanno vissuto.
“Il punto è che quasi non abbiamo la sensibilità che i problemi esistano” ha detto la professoressa Silvia Scaranari, durante l’inaugurazione della mostra. “Il fatto che al momento non riguardino il nostro paese, non vuol dire che un giorno non possano arrivarci. Parlarne è importante anche per saper riconoscere quali segnali potrebbero degenerare in qualcosa di più grave e, da cittadini, agire di conseguenza”.
Tra i martiri di cui la mostra tratta, c’è anche un italiano: Rolando Rivi. Nato nel 1931, entrò in seminario all’età di 11 anni, mosso da una forte vocazione. Quando questo fu occupato dai tedeschi, nel 1944, tornò nel piccolo paesino della provincia di Reggio Emilia che gli aveva dato i natali, continuando a studiare presso il suo parroco e senza mai smettere di indossare l’abito talare. Era una presenza gioiosa in paese, capace di aggregare le persone e portare molti giovani, devastati da anni di guerra, verso l’esperienza cristiana. Per questo finì nel mirino di alcuni partigiani comunisti, da cui fu rapito e condotto nell’appennino modenese, dove venne ucciso con due colpi di pistola. Rolando morì così, il 13 Aprile 1945, all’età di 14 anni.
Ma purtroppo ci sono martirii ancora più recenti, come quello di Marie-Sylvie Kavuke, bruciata viva il 20 ottobre 2022 insieme ad altre sei persone, tutte rapite dal presidio medico di base situato a pochi chilometri da Butembo, nella repubblica democratica del Congo, dove Marie lavorava come medico. Di fatto, fu uccisa in servizio, mentre cercava di curare i cittadini di un paese il cui servizio sanitario praticamente non esiste. L’attentato fu organizzato dalle Forze Democratiche Alleate, un’organizzazione terroristica affiliata all’ISIS che, come d’altronde il governo regolare, non tollera il tentativo dei cristiani di mettere pace tra le parti in conflitto nel paese.
La mostra sarà presentata alle scuole medie dagli studenti della S4A e della S4B, mentre sarà liberamente accessibile a quelli del liceo, che potranno visitarla in parlatorio fino al 2 febbraio, quando sarà smantellata.
“Ringrazio la professoressa Scaranari e il professor Bruno per essersi interfacciati con ACS” ha detto il direttore don Alessandro alla fine dell’inaugurazione. “La scuola ha deciso di donare 1000 euro alla fondazione per coprire le spese vive della mostra e soprattutto, per finanziare parte delle sue varie iniziative in aiuto dei cristiani nel mondo”.