Tutti i segreti della Mole

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di Martina Vergnano

Qui niente è estremamente bello, ma tutto è uguale e nulla mediocre”.

Così nel 1740 Charles de Brosses, nel resoconto del suo Grand Tour in Italia giudicava Torino come la città “squadrata” per eccellenza. Il filosofo francese non poteva immaginare che solo un secolo dopo il centro storico della città sarebbe stato dominato dalla Mole Antonelliana. In origine doveva essere una sinagoga secondo la commissione dell’universitá israelitica nel 1862.

É risaputo che inizialmente fosse stata pensata dall’architetto novarese Antonelli, da cui prese il nome, per essere realizzata con un altezza di 47 metri. Poi però si alzó sempre di più finché non arrivò a sfiorare i 103 metri, altezza a cui si fermò la costruzione per mancanza di fondi. A completare il monumento fu quindi il Comune di Torino nel 1877.

Antonelli non ancora soddisfatto però decise di alzare di più l’edificio che ad oggi misura 167 metri e che al tempo era di fatto conosciuto come l’edificio in muratura più alto del mondo.

La Mole inoltre è stata una delle prime costruzioni in Europa ad essere illuminata con il gas cittadino.

Durante la seconda guerra mondiale una collezionista di nome Maria Adriana Prolo raccolse meticolosamente del materiale per fondare quello che ad oggi è uno dei più importanti musei del cinema in Italia.

L’opera di Antonelli fu inaugurata il 10 aprile 1889, solo dieci giorni dopo l’inaugurazione di un’altra torre-simbolo: la Tour Eiffel, avvenuta a Parigi.

La Mole Antonelliana non è però solo un monumento, un edificio, ma è un vero e proprio simbolo, quello che racconta e descrive una cittá che è Torino. È la portavoce di un’appartenenza comune che in molti riconoscono; da anni infatti i Torinesi guardando in alto e vedendo la mole si sentono a casa. Le strade di questo capoluogo sentono l’imponenza di questo monumento tanto che una bibita è stata ideata con il nome dell’edificio più importante, la cosiddetta “Molecola” che la maggior parte dei torinesi beve da anni.

All’interno della Mole é stato installato un ascensore panoramico che permette di salire sul punto più alto per osservare una vista su Torino a trecentosesanta gradi. Infatti in molti visitano ogni anno questa fantastica cittá che alterna spazi verdi e parchi come il Valentino all’inevitabile caos della metropoli. È famosa anche la vista dal Monte dei Cappuccini da cui si può ammirare il paesaggio da un’altra prospettiva che offre una vista unica sui palazzi su cui primeggia la Mole.

Sono numerose le curiosità su questa particolare attrazione torinese

Il 23 Maggio del 1953 per esempio crollò la guglia dell’edificio in seguito ad una tromba d’aria.

Secondo alcune leggende e credenze legate alla magia bianca inoltre, l’opera di Antonelli sarebbe un’enorme antenna che canalizza tutta l’energia positiva proveniente dal cielo e dalla terra grazie alla sua base piramidale e alla sua altissima guglia.

 

Secondo il biografo di Nietzsche, Anacleto Verrecchia, il filosofo amava pranzare nei dintorni dell’edificio torinese per poter godere dei suoi influssi benefici, tanto da poter affermare che: “Su Torino non c’è niente da ridire: è una città magnifica e singolarmente benefica”.

Sappiamo che è stata illuminata recentemente come omaggio alla Francia per celebrare la presa della Bastiglia e un’altra credenza ancora afferma che salire sulla Mole porti sfortuna agli studenti universitari.

Si può quindi considerare che passeggiare lungo le vie di questa magica città all’ombra di un monumento come la Mole sia come fare un salto nel passato alla riscoperta di Torino e delle sue origini.

Redazione



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