Dilemma compiti vacanze

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di Martina Sensi

Le vacanze estive rappresentano un momento atteso con impazienza da tutti gli studenti. Dopo un intero anno scolastico di interrogazioni, verifiche e studio le vacanze vengono percepite come un periodo di meritato svago e riposo.

Tuttavia i compiti estivi sono un argomento che continua a suscitare dibattiti tra educatori, genitori e studenti stessi, poiché non è tempo che la scuola sia già finita che su quest’ultimi incombe questa nuova sfida da fronteggiare durante l’estate.

Gli esercizi vengono dati con diversa modalità e quantità dai professori di quasi ogni materia con il fine di rafforzare e mantenere le competenze acquisite durante l’anno scolastico e anche per prepararsi a fronteggiare al meglio il successivo.

Proprio perché gli studenti sono portati durante il periodo della scuola ad imparare una vasta gamma di nozioni che rischiano di essere dimenticate, i compiti aiutano a consolidare e mantenere vivida la memoria, ma  anche a conservare una routine di studio costante.

Un altro aspetto positivo è lo sviluppo dell’autonomia. I ragazzi durante i mesi estivi hanno la possibilità di cimentarsi in un’organizzazione autonoma e personale, dove sono loro stessi a gestire tutti i tempi e decidere come e quando suddividere il lavoro.

D’altra parte però gli esercizi possono divenire grande fonte di stress e pressioni per molti, per la necessità di completare i vari progetti e attività scolastiche anche con determinate scadenze; togliendo così tempo al riposo e ad attività ricreative e familiari, essenziali per un equilibrio sano.

Un’altra critica riguarda il fatto che non tutti gli studenti hanno lo stesso supporto a casa e che alcuni di questi potrebbero riscontrare difficoltà a terminare i compiti senza l’aiuto di insegnanti e genitori, creando così un divario tra chi ha accesso a risorse e aiuti e chi ne è privo.

Inoltre molti alunni percepiscono le esercitazioni estive come un’intrusione nel loro tempo libero e ciò li porta ad affrontarle con meno entusiasmo e motivazione con il rischio anche che la qualità del lavoro svolto sia particolarmente bassa.

Un buon punto d’incontro potrebbe essere quello di assegnare invece dei classici compiti scritti e argomenti da studiare delle letture e dei progetti più creativi e di ricerca, come ad esempio relazioni e presentazioni inerenti alla materia che vadano a stimolare la curiosità dello studente, mantenendo così i ragazzi attivi mentalmente senza interferire con il loro riposo.

Redazione



Il Salice

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