“Inside out 2”, viaggio all’interno della psiche

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Il 19 giugno scorso è stato lanciato in Italia “Inside Out 2”, il nuovo film d’animazione, sèguito del celebre “Inside Out”, rilasciato nel 2015, prodotto dai rinomati Pixar Animation Studios e distribuito dalla Walt Disney Pictures.

Nel primo lungometraggio, i protagonisti sono cinque emozioni: Gioia, Rabbia, Tristezza, Paura e Disgusto (rappresentati con colori e con caratteristiche stereotipate), che governano la mente di una bambina di nome Riley dall’interno di un quartier generale. Questi personaggi aiutano Riley ad adattarsi alla sua nuova vita a San Francisco, dove si è recentemente trasferita, affrontando le sfide tipiche di un grande cambiamento, come fare nuove amicizie, abituarsi a una nuova scuola e gestire la nostalgia per la vita precedente.

In “Inside Out 2”, Riley è ormai un’adolescente, affronta il periodo della pubertà e reagisce in modo molto più impulsivo a qualunque stimolo, proveniente sia dall’ambiente esterno che dalla consolle dei comandi delle cinque emozioni. Ai sentimenti protagonisti del primo film si aggiunge una nuova generazione di emozioni, rappresentativa di una personalità più matura e complessa: Ansia, Invidia, Noia e Imbarazzo sono le nuove figure che operano al pannello di controllo della mente della ragazza. Questi nuovi personaggi affrontano sfide più complesse, come l’insicurezza del proprio corpo, la pressione sociale, il desiderio di appartenere a un gruppo e il timore per il futuro.

Entrambi i capolavori Disney segnano una svolta nell’ambito del cinema contemporaneo, poiché affrontano il tema della psicologia umana. Per la prima volta, un film, oltre a intrattenere il pubblico, si avventura oltre i confini della narrazione tradizionale, esplorando la complessità della mente dell’uomo.

La trama è un affresco di come le emozioni influenzino il nostro comportamento e le nostre esperienze, in particolar modo durante l’adolescenza, periodo notoriamente caratterizzato da un tumulto di emozioni travolgenti e irrefrenabili. Crisi d’identità, accettazione di sé e il difficile confronto con i genitori sono temi ricorrenti che vengono descritti dal punto di vista di una giovane ragazza. Le sue emozioni lottano per gestire situazioni come il primo amore, il confronto con i modelli di bellezza imposti dalla società e la difficoltà di comunicare i propri sentimenti ai genitori. Ed è proprio in un periodo come la prima giovinezza che l’ansia prende il sopravvento, poiché si teme di deludere altre o proprie aspettative, l’imbarazzo diventa fonte di disagio e la nostalgia per i tempi passati causa solitudine e autoisolamento.

Pertanto, entrambi i film “Inside Out” risultano adatti tanto a un pubblico giovane quanto a uno più adulto, poiché riescono a rappresentare le dinamiche della psiche dalla prospettiva di entrambi genitori e ragazzi, offrendo spunti di riflessione su come la prevalenza di un semplice sentimento su un altro possa modellare diversamente una vita e una rete di relazioni sociali.

Beatrice Cattarossi



Il Salice

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