L’Africa al centro della storia moderna

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di Luisa Gossi

Il giornalista Howard French nel 2011 sbarca pubblicando il saggio Born in blackness, cioè  L’Africa e la nascita del mondo moderno. L’obiettivo dello scrittore è quello di raccontare la storia da un punto di vista differente. Per la prima volta tenta di trattare la  storia moderna considerando l’influenza attiva che l’Africa ha avuto sulla nascita del mondo, dando così una rappresentazione più veritiera dei fatti storici.

Rivestendo il ruolo di giornalista d’esperienza,  French spiega gli eventi storici “narrando posti, atmosfere e spesso va alla ricerca delle vestigia di quel passato o dei monumenti che lo ricordano”, dice lui stesso “attinge anche a una grande di saggi e romanzi di carattere storico”.

Innanzitutto narra del primo approccio documentato che il continente europeo ha avuto con il continente africano che emerge  in un  dettaglio dell’Atlante Catalano, una mappa disegnata intorno al 1375 dalla scuola di cartografia di Maiorca. L’entroterra africano viene rappresentato con un re nero, il quale  tiene in mano un globo d’oro e uno scettro. Il riferimento è diretto a Mansa Musa, ancora oggi l’uomo più ricco della storia.

L’autore si sofferma successivamente sui rapporti intrattenuti dalla corona portoghese con il regno del Congo. I portoghesi si resero conto che condividevano con le popolazioni locali il simbolo religioso della croce. “Su questa base, i congolesi furono abbastanza incuriositi da essere iniziati al cristianesimo.” Presto si stabilirono rapporti diplomatici.  Il regno africano stabilì relazioni strette soprattutto con il Vaticano; a Roma si trovano le spoglie di Emanuele Ne Vunda, diplomatico congolese morto di malattia nel 1608, e poi sepolto con tutti gli onori nella chiesa di Santa Maria Maggiore.

Il saggio di French è un tentativo di spostare il racconto storico eurocentrico e direzionarlo verso un racconto non solo storicamente più accurato, ma anche più socialmente equo. “Lasciare pregiudizi di base o idee estremamente pericolose e falsi, come quello della presunta superiorità dei bianchi sui neri, sull’idea che l’Africa sia un continente “senza storia” o che gli europei avessero una missione civilizzatrice da compiere quando crearono i loro imperi nel mondo.”

Fare i conti con il passato ci sarebbe estremamente utile per affrontare meglio il complicato mondo di oggi.

(da uno spunto offerto da “L’africa al centro della storia moderna” – Internazionale 07.10.2023, Francesca Sibani)

 

Redazione



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