L’ipotesi della simulazione

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di Alessandro Beretta

Il nostro mondo potrebbe non essere reale? Già nel ‘600 Cartesio ipotizzava che tutte le sue percezioni potessero essere ingannevoli, generate da un genio maligno; ancora prima il filosofo Zhuāngzǐ si era chiesto se potesse vivere nel sogno di una farfalla. In tempi più recenti, grazie a strumenti tecnologici sempre più potenti, come calcolatori e computer, siamo davvero diventati in grado di simulare una realtà virtuale. Potremmo trovarci noi stessi all’interno di realtà simulata, creata da una civiltà avanzata? Questa possibilità è stata chiamata l’ipotesi della simulazione.

Diversi scienziati e filosofi considerano seriamente questa teoria. Secondo il filosofo Nick Bostrom esistono solo tre alternative: la prima è che nessuna civiltà riesca a creare una simulazione della realtà. In tal caso la spiegazione potrebbe essere che non è possibile creare una coscienza senziente in una realtà simulata. Un’altra spiegazione deriverebbe dalla impossibilità che una tale simulazione sia realizzabile: potrebbero esistere dei computer talmente potenti da contenere un intero universo?

La seconda possibilità è che, se anche una civiltà fosse in grado di simulare una realtà, essa decida per qualche ragione di non farlo.

Accettando invece che una civiltà sia in grado di simulare un’intera realtà e non abbia nessun motivo per non farlo, allora deve essere vera la terza alternativa, cioè che noi siamo effettivamente in una simulazione. Potrebbe essere che civiltà avanzate creino simulazioni della realtà e tuttavia l’umanità viva in un mondo reale? Questa ipotesi è estremamente improbabile. Effettivamente, se è possibile per una civiltà creare una simulazione, lo è anche per la civiltà simulata, e pertanto potrebbe essere generata una serie di simulazioni, inanellate una dentro l’altra, potenzialmente infinita. Da ciò deriva che la probabilità che noi stiamo abitando l’unico mondo reale sia praticamente nulla.

L’ipotesi della simulazione è comunque un’ipotesi non falsificabile, ossia non è possibile dimostrare in alcun modo che sia vera o falsa. Questo perché se la nostra realtà è simulata, qualunque esperimento e in generale qualunque forma di conoscenza a posteriori riguarderebbe la simulazione e non potrebbe interagire in alcun modo con la meta-realtà in cui la simulazione è stata creata.

In fondo per noi non farebbe nessuna differenza vivere in una simulazione o no: anche se lo volessimo, non potremmo comunque accedere ad un altro livello di realtà, quindi non possiamo fare altro che vivere nel nostro mondo, indipendentemente dal fatto che sia reale o no.

Redazione



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