Dolor hic tibi proderit olim

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“Dolor hic tibi proderit olim”, ovvero “un giorno questo dolore ti sarà utile”, è la celebre frase di Ovidio che precede il primo capitolo dell’omonimo libro dell’ autore Peter Cameron.

Sullo sfondo di una New York a pochi anni dall’attentato dell’11 settembre, si dipinge la storia di James Sveck, un diciottenne neodiplomato dai tratti particolari, senza amici, e appartenente ad una famiglia della borghesia medio-alta, in quanto il padre era un importante avvocato nonchè socio di uno studio e la madre proprietaria di una galleria d’arte, nella quale il James lavorava durante l’estate. Come ogni clichè americano, i genitori sono divisi per cui non riescono a fornire al figlio un modello di comportamento corretto, ma lasciano questo compito ai professori e ai coetanei. James però è un ragazzo molto sveglio per la sua età ed è un grande amante dell’arte e della letteratura, e proprio per questo motivo dice di odiare i ragazzi della sua età, in quanto questi hanno passatempi banali e leggeri. Proprio per il suo vivace intelletto, James si trova bene solo tra i suoi pensieri, e talvolta trova complesso tradurli in parole, ma anche con la nonna, Nanette, un personaggio altamente significativo della sua vita.

Dato che più volte James esprime il desiderio di non frequentare l’università, nonostante fosse già stato accettato alla Brown, ma di comprare invece una casetta nel Kansas dove poter impiegare il suo tempo nella maniera che lui preferiva, ovvero leggendo, e a causa di un evento particolare avvenuto poco tempo prima a Washington, la madre e il padre decidono di comune accordo di indirizzarlo ad una psicanalista. Così James inizia un percorso di psicanalisi che lo porterà a trovare un po’ di luce dentro di sè.

Considerato dalla critica romanzo di formazione, questo ha come centro l’insicurezza e il senso di smarrimento, nella scelta riguardante l’università da parte di James, che non è mitigato dai genitori, in quanto questi prediligono curarsi dei propri problemi e non di quelli del figlio, e neppure dai coetanei che addirittura lo fanno sentire più insicuro proprio per quei tratti che lo contraddistinguono. Infatti proprio la sua elevata intelligenza impedisce a James di creare dei rapporti con gli altri ragazzi della sua età. Inoltre in questo romanzo è presente il tema della terapia, grazie alla quale si scoprono eventi accaduti in prima persona al protagonista, che hanno forgiato alcuni lati del suo carattere e che lo hanno reso la persona che è.

Questa opera dell’autore statunitense Peter Cameron ha come altro focus principale quello dalla paura di crescere, infatti leggendo questo libro è costantemente palpabile il timore di James di diventare adulto, cosa che si concretizza con la scelta di non frequentare il college, ma che con il finire del libro il ragazzo riesce pian piano a superare grazie a tutta una serie di fattori che lo porteranno finalmente a maturre.

Da questo romanzo è stata fatta anche una trasposizione cinematografica, dal titolo omonimo, che però romanza alcuni episodi della vita di James e non rispecchia sotto tutti gli aspetti il libro, ma nonostante questo ha avuto un grande successo nel settore.

Camilla Stigliani

Amante del disegno e dell'arte in generale. Frequento il primo anno di Classico e se dovessi descrivermi con una parola userei "sbadata": sempre disattenta ma solare.



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