Droga, la piaga antica

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di Alessia Gagna

La droga costituisce insieme all’alcool un fattore di degrado sociale e culturale tipico dell’età adolescenziale, ma non solo. È una problematica seria che attanaglia la nostra società senza che ad oggi sia stato trovato un rimedio.

Si tratta di sostanze che, oltre a creare dipendenza, allontanano chi le assume da una percezione lucida della realtà. L’assuefazione dei sensi, una parvenza di felicità e allucinazioni frequenti sono i principali effetti. Tra gli adolescenti questo fenomeno prende piede per imitazione di amici che nel gruppo vengono considerati un valido esempio da seguire. Si comincia con le cosiddette droghe leggere, ritenute erroneamente innocue per il divertimento di qualche sera. Si ignora, però, che provare è tanto facile quanto cadere nel tunnel della dipendenza. Queste considerazioni sono il frutto di un’ignoranza radicata su quali siano le reali conseguenze sull’organismo. Ogni droga offre vivacità ed energia falsificando la realtà ma, perché questo avvenga, gruppi di neuroni vengono distrutti senza essere mai più ricostruiti e lasciando quindi dei gap importanti a livello conoscitivo. Infatti, nel nostro organismo i neuroni sono presenti in un dato numero e con il tempo muoiono per cause naturali – come l’invecchiamento- ma la droga favorisce questo processo precocemente. Alla lunga, la mancanza di questi neuroni porta in primis a un deficit dell’attenzione e poi a problemi mentali senza ritorno.

Probabilmente i giovani si avvicinano a questi allucinogeni per scostarsi dalle responsabilità del mondo adulto e della società, per curiosità verso tutto ciò che è nuovo o per moda. In età adolescenziale ci si sente in continuo cambiamento e non ci si riconosce più, la droga può contribuire a creare un’immagine di sé. La scuola e i genitori dovrebbero favorire una maggiore comunicazione e comprensione e accompagnare per mano i giovani al mondo degli adulti. Infatti, non sempre la conoscenza delle conseguenze degli stupefacenti può essere la soluzione poiché i giovani amano infrangere le regole e sentono il bisogno di prendere le distanze da una società che non li rappresenta.

Un importante aspetto è la dipendenza: irrefrenabile bisogno di continuare ad assumere droga. La dipendenza può riguardare la psiche o il fisico. Nel primo caso è solo lo stato psichico-mentale dell’individuo a dipendere dall’uso della droga, creando, quando cessa l’assunzione della sostanza, nervosismo, ansia e angoscia che spesso conducono al suicidio. Si parla invece di dipendenza fisica quando è l’intero organismo a vivere in schiavitù nei confronti della droga, i sintomi dell’astinenza sono dolori in tutto il corpo, nausea, angoscia e confusione mentale. In entrambi i casi il tossicodipendente costituisce un grave pericolo per la società: pur di procurarsi la dose è disposto a rubare e persino ad uccidere andando contro ogni etica umana. Inoltre, l’assunzione di una certa dose in maniera prolungata porta all’assuefazione dell’organismo ovvero gli effetti sull’individuo sono sempre meno forti. Perciò il drogato sarà costretto ad aumentare la dose per ottenere gli stessi effetti che aveva con dosi minori.

Le droghe illegali vengono commerciate dagli spacciatori che, per aumentare la grammatura della dose, inseriscono sostanze nocive quali il cemento, il talco o l’arsenico e il tutto viene conservato in spazi sporchi e senza controlli. Tutto ciò favorisce sicuramente ad una maggiore intossicazione dell’organismo.

L’uso di sostanze stupefacenti è diffuso in tutto il mondo per motivi ed esigenze differenti. In Europa, dove l’assunzione e la vendita è perseguibile per legge, l’uso comincia principalmente per divertimento e quindi è maggiormente radicato tra i giovani. In Africa le necessità sono ben diverse: la mortalità è elevata, le mamme denutrite non sanno come crescere i figli, non c’è lavoro né speranza. Tutto questo accompagna i poveri delle grandi metropoli all’assunzione di droga a basso costo, come la colla che, quando viene aspirata, provoca violente allucinazioni che rendono più facile la sopravvivenza. Le dure condizioni di vita fan sì che persino i bambini ne facciano uso e ne vengano schiacciati in poco tempo. Inizia per loro una vita di stenti e di violenze, si smette di mangiare e l’unico scopo della giornata è l’acquisto della dose.

Sicuramente il tunnel da percorrere per la disintossicazione è lungo e difficile, deve partire da una volontà personale e non può essere risolto in autonomia bensì grazie all’aiuto di centri di recupero attrezzati e specializzati.

Redazione



Il Salice

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