Trovare se stessi

Un destino triste e inevitabile che procede su binari prestabiliti e un’inquietante verità.

Questo è il punto di partenza da cui ha inizio “Non lasciarmi”, il romanzo di Kazuo Ishiguro che narra la storia di Kathy, Tommy e Ruth, tre studenti di Hailsham, un collegio situato nel verde della campagna inglese e avvolto da un alone di mistero. I tre ragazzi fin dalla tenera età stringono una solida amicizia e ad accompagnarli nella loro crescita è la speranza di un futuro differente, che possa garantire loro l’opportunità di trovare un lavoro e magari un amore sincero. Ad emergere sin dall’inizio del libro tuttavia è un profondo senso di rassegnazione nell’accettare la propria condizione anziché il desiderio di opporsi per cambiarla.

La voce narrante è quella di Kathy che, ripercorrendo in modo disordinato i propri ricordi, permette al lettore di addentrarsi nella tragica esistenza di questi ragazzi. Il racconto si concentra su diversi episodi che vedono la ragazza come protagonista assieme ai suoi amici ed è grazie all’approfondita analisi di questi avvenimenti che il lettore è in grado di giungere gradualmente alla tremenda verità che si nasconde dietro alle mura dell’istituto.

Non lasciarmi (Super ET)

Il tema della ricerca

È interessante soffermarsi inoltre su quella che può essere considerata la tematica principale attorno alla quale ruota l’intero romanzo, ovvero la costante ricerca da parte degli studenti di una propria identità. A rendere il tutto affascinante è l’incomunicabilità di questa indagine che prosegue però per l’intera durata del racconto, nonostante sia inserita in un contesto in cui viene negata una vera e propria umanità.

Il dialogo è il primo mezzo ad essere sfruttato per esplicitare la ricerca e svolge un ruolo determinante soprattutto nella parte finale del romanzo. Ha inoltre la caratteristica di non essere mai pienamente risolto dal momento che vi è sempre un ostacolo, un blocco che impedisce la completa comunicazione. La parola diviene dunque un canale di espressione essenziale che, tuttavia, non conduce ad un risultato ben definito.

 

Il secondo livello di espressività dell’essere umano emerge grazie all’arte e ai disegni che gli studenti sono tenuti a realizzare perché possano essere esposti nella “galleria” da Madame, una delle responsabili del collegio. Questi diventano infatti espressione di un’umanità già costruita e, al tempo stesso, testimonianza della vera essenza di ciascuno studente. È proprio questo elemento ad interessare il lettore e a stimolarlo nello scovare le emozioni, le pulsioni e i sentimenti in tutto ciò che avviene nel romanzo. Non a caso ci si addentra di rado nella parte “scientifica” dei protagonisti e del mondo distorto in cui vivono, ma l’autore preferisce soffermarsi sulla loro dimensione più intima e personale analizzandone reazioni e comportamenti.

Non lasciarmi si distingue per il proprio stile lento e riflessivo, tipico della letteratura orientale, al quale si affiancano al contempo anche interventi più diretti e frenetici che rivelano l’animo inglese dello scrittore.

Kazuo Ishiguro conserva infatti delle radici giapponesi nel proprio modo di scrivere, estremamente rarefatto, leggero e mai brutalmente pratico.

Martina Carangella



Il Salice

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