Il mondo di Enzo Miccio

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Enzo Miccio, nato a Boscotrecase (Comune della Campania nella città metropolitana di Napoli) e trasferitosi a Milano per frequentare l’istituto Europeo di Design, ha iniziato la sua carriera nel mondo della moda curando l’organizzazione di sfilate ed eventi. Dopo anni di esperienza ha deciso di dedicarsi all’ambito dei matrimoni mettendosi in proprio e aprendo la sua agenzia di Wedding and Event Planner, oggi affiancata anche dalla Enzo Miccio Academy (che offre diversi corsi per i Wedding Events, le tendenze e la propria immagine). Da molti è conosciuto come volto dell’iconico programma televisivo trasmesso su Real Time “Ma come ti vesti”, per la sua apparizione in “Ballando con le Stelle” oppure come concorrente e presentatore di “Pechino Express”. Noi del Salice ora possiamo dire di averlo conosciuto di persona ricevendo anche l’onore di intervistarlo.

Come è nato il programma “Ma come ti vesti”?

“Ma come ti Vesti” è un progetto nato nel 2008 dall’idea di realizzare un format che parla di moda, da sempre la mia passione. Il programma riprende un modello americano presente negli Stati Uniti e in Inghilterra sotto il nome di ‘What not to Wear”. Era la prima volta che veniva sperimentata in Italia un format del genere. La registrazione è stata molto genuina: si costruiva giorno per giorno sul set, non c’erano copioni, in più non conoscevo nemmeno Carla, ci siamo trovati durante la prima puntata, ma abbiamo trovato un equilibrio fantastico e ci siamo fatti amare. In quegli anni erano in voga i tutorial. Infatti “Ma come ti vesti” insegnava anche in un certo senso a vestirsi, a pitturare la casa, a fare le prime ricette […]; non c’erano i social, quindi la televisione era il mezzo attraverso cui si trasmetteva agli spettatori giovani ma anche abbastanza trasversali.

Come ti è venuto in mente di fare delle collezioni di Abiti da sposa?

Gli abiti da sposa sono stati la ciliegina che mi mancava. Avendo iniziato con la collezione di matrimoni, nel corso degli anni ho sempre  accompagnato le spose a scegliere l’abito (lo faccio tutt’ora). Ad un certo punto, avendo  disegnato la mia prima collezione tanti anni prima, nel 2013, e avendo anche già bazzicato per molti anni nei diversi atelier, decisi di parlarne con un produttore per materializzare il gusto che avevo già sviluppato. Dopo averli realizzati è nata questa avventura.

Durante il tuo percorso di crescita e formazione nell’organizzazione di matrimoni, avevi una figura a cui ti sei ispirato?

No, non c’era nessuno che potevo copiare o andare a vedere. Sono stato io il primo a introdurre questo mestiere in Italia. Le uniche persone che c’erano erano gli Americani come ad esempio la famosa Martha Stewart, che è un’iconica figura che si è occupata anche dell’organizzazione di matrimoni, il cui lavoro però potevamo osservarlo solo nelle riviste. Non c’erano i social e internet che mi permettevano di vedere il suo percorso; magari andando all’estero prendevo una copia della rivista ‘Brides’, ma era quello l’unico modo.

Se dovessi descrivere con una frase o parola il mondo della Moda oggi, come ti esprimeresti?

“‘Fast” , “Veloce”: è tutto troppo veloce. Non hai tempo di godertelo. Non esiste più una collezione invernale ed una estiva, ma una continua invasione di proposte, tramite siti, social, mail e shopping online: Per cui non fai in tempo a prendere qualcosa che si trova nel tuo armadio che è già vecchio ed è arrivato qualcos’altro. Credo che in questo momento si debba rallentare un po’, fare due collezioni all’anno, una per la stagione invernale e una per quella estiva. Poi tutta questa roba che abbiamo impulsivamente comprato, dove va a finire? Certo, io non posso dire di essere al 100% ecologico con il lavoro che faccio, tutto finalizzato ad un solo giorno, il matrimonio. Ma credo che se il mondo della produzione rallentasse un po’ saremmo un po’ più sostenibili.

Sei una persona che ha fatto e partecipato a tantissime esperienze diverse. Cosa ci racconti della tua avventura a Pechino Express?

“Pechino Express” è stato il mio cambio di vita, nonché il mio programma televisivo più importante. Non più importante per la notorietà. Fortunatamente ero già famoso quando ho deciso di partecipare, ma perché  mi ha fatto apparire agli occhi delle persone in modo diverso. Con i programmi che ho prodotto ero stato un po’ rinchiuso in un cliché, in una gabbia dorata; con Pechino ho avuto la possibilità di far vedere anche altro. È sicuramente un’esperienza incredibile dal punto di vista personale e non televisivo. Quando sono partito nel 2019, l’ho fatto come una sfida per me stesso, non curandomi nemmeno una volta delle telecamere, buttandomi e volendo andare avanti a tutti i costi per una soddisfazione personale. Avevo proprio bisogno di questa avventura per fare capire soprattutto a me stesso che potevo essere anche altro rispetto a quello sempre fine ed elegante. È indubbiamente un programma molto vero e che ti mette alla prova quotidianamente. Con te stesso e con gli altri. Ho sviluppato una grande capacità di adattamento: sarebbe utile che tutti facessero un’esperienza così. Ho preso parte ad esperienze diverse dalla norma e dormito in posti indicibili, ma ho fatto tutto senza lamentarmi, questo hanno amato di me non solo quelli da casa ma anche e soprattutto i 100 membri dello staff. Ho avuto pure l’opportunità di partecipare come concorrente per una puntata speciale, tornando poi come conduttore e co-conduttore con Costantino. Posso dire di aver vissuto Pechino a 360 gradi e di essermi trovato divinamente durante la stagione da concorrente e di essere stato accolto splendidamente da tutti quando ho fatto il presentatore.

Diletta Mosca



Il Salice

Il “Salice” nasce nel 1985. Negli ultimi sette anni sono stati pubblicati più di 2000 articoli online.


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