Stefano Bove, il nuovo preside del Liceo

Stefano Bove Preside

di Irene Del Mastro, Gabriella Sallustio, Alice Santucci

Il Salice ha intervistato il professor Bove, nuovo Preside di Valsalice, il quale ha con estremo piacere risposto ad alcune nostre domande e curiosità

Da quanti anni insegna? Come ha affrontato questo grande cambiamento?

Questo è il mio 25esimo anno da docente a Valsalice. Ho insegnato un anno all’Agnelli prima di venire qui. Questa novità in realtà l’ho vissuta con molta serenità, avevo bisogno di un cambiamento nella mia vita.

Cosa ha appreso dal Prof Pace?

Dal mio secondo anno di insegnamento a Valsalice c’è stato il prof. Pace, il primo preside con cui mi sono confrontato é stato don Cip. Dunque tutto quello che so, anche se ancora poco, l’ho appreso da lui. Spesso infatti mi confronto ancora con lui soprattutto da un punto di vista legislativo e burocratico. Grazie a lui sto imparando specialmente a dire le cose come stanno senza farmi troppi problemi.

All’inizio della sua carriera universitaria pensava di riuscire ad arrivare dov’è arrivato oggi?

In realtà io non ritengo di essere arrivato chissà dove; secondo me è una normale conseguenza del mio lavoro, la cosa che cambierà principalmente è che mi allontanerò un po’ dai ragazzi avvicinandomi maggiormente alla “macchina centrale”.

In realtà non considero questo passaggio come un sogno che si avvera, ho sempre vissuto seguendo il principio oraziano del “carpe diem”. Infatti la mia idea inizialmente era quella di lavorare nell’ambito universitario, poi però ho deciso di seguire il consiglio del mio relatore di tesi, che quell’anno sarebbe andato in pensione, il quale conoscendo la mia persona mi ha consigliato di andare a lavorare in una scuola salesiana.

Per combinazione ho ricevuto la chiamata dall’Agnelli dove ho insegnato per un’anno all’Istituto Tecnico. L’anno successivo ho ricevuto la chiamata da Valsalice. Ero in dubbio su cosa fare, ma grazie alle parole di un don dell’Agnelli mi sono convinto che venire a Valsalice, dove ho frequentato il liceo, fosse la scelta giusta per me.

Quali sono le idee e le novità che vuole portare in questa scuola?

Voglio cercare di ascoltare il più possibile voi ragazzi che siete i protagonisti della vita scolastica.

Invece le paure?

Di paure in realtà non ne ho. Sono consapevole che affronterò sicuramente qualche delusione, siccome spesso ho aspettative troppo alte e mi aspetto sempre che la gente possa comprendere e capire, ma è un rischio che si mette in conto quando si ha a che fare con tante persone. Per me i ragazzi sono una confort zone, il rapporto con gli adulti invece può essere più complicato.

Ha meno classi ora. Le manca insegnare come faceva prima? Che cosa le mancherà soprattutto?

In realtà non ho ancora deciso di smettere completamente di insegnare, non escludo la possibilità di prendere una classe. La cosa che mi spaventa maggiormente forse è proprio il non avere più lo stesso contatto che ho adesso con gli allievi.

Tre doti fondamentali per essere un buon dirigente scolastico

“Sicuramente sono fondamentali la capacità di ascoltare, di prendere decisioni non semplici e di accogliere. E ovviamente anche quella organizzativa da un punto di vista burocratico.

Si sarebbe mai aspettato di diventare preside nella scuola in cui è stato studente?

Assolutamente no, non me lo sarei mai aspettato!

Come vedeva lei la figura del preside? Reputa che nel corso degli anni questa figura sia cambiata, per esempio nei rapporti con docenti e studenti?

Quando io ero studente a Valsalice il preside era don Maj, ma lui era anche il temuto professore di matematica e fisica. Penso che nel corso degli anni la figura del preside sia abbastanza cambiata, più che altro dal punto di vista dei rapporti. Infatti un tempo c’era poco contatto con le famiglie, o comunque avveniva molto raramente siccome la vita degli studenti era molto più autonoma. Oggi il preside secondo me fa più da collante nei rapporti tra ragazzi, docenti, famiglie e personale scolastico.

Cosa direbbe allo Stefano Bove liceale se ne avesse la possibilità?

Penso che se ne avessi la possibilità gli direi di inseguire i suoi sogni, di passare qualche ora in meno sui libri e certamente di intraprendere un corso di recitazione.

Quali sono le strategie per rilanciare il liceo Classico?

Secondo me il classico si sta un po’ perdendo perché si ha di esso un’idea completamente sbagliata. Molti lo vedono come non al passo con i tempi, non adeguato al presente e soprattutto si pensa che frequentando questo liceo non si riescano a raggiungere poi dei risultati che garantiscono un buon profitto. Un modo potrebbe essere quello di far capire che sono tutte materie coniugabili con mezzi più tecnologici e interattivi.

La nuova scuola è ricca di offerte e opportunità nuove. Cosa non deve perdere Valsalice a livello di didattica e di proposta culturale e formativa pur adeguandosi alla scuola che cambia?

Valsalice non deve perdere di vista la centralità della scuola. È giusto confrontarsi con il mondo esterno ma senza perdere il centro su cui la scuola si fonda. Secondo me con tutte le nuove opportunità si rischia di considerare le materie e le lezioni come corollario e il resto come centrale.

Una parola sul Salice?

Fin da quando ero studente il Salice è sempre stato presente. Io ho sempre amato scrivere ma non ho mai partecipato alle redazioni perchè ho sempre preferito tornare a casa a studiare, ma se avessi la possibilità di tornare indietro è un’attività che mi piacerebbe fare. Il Salice vi offre tantissime possibilità, vi permette di fare conoscenze, di mettervi in gioco, di affrontare la timidezza, di scoprire un sacco di nuove cose.

Gabriella Sallustio



Il Salice

Il “Salice” nasce nel 1985. Negli ultimi sette anni sono stati pubblicati più di 2000 articoli online.


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