Mauro Pace, riflessioni di un Preside

pace

di Jacopo Covolan e Carola Meli

Il professore Mauro Pace ha dedicato decenni della sua vita alla crescita e allo sviluppo della comunità scolastica. Entrato nel 1992 a Valsalice come docente, ha assunto il ruolo di Preside nel 2002, portando avanti con passione la missione educativa del liceo e contribuendo alla nascita della scuola media nel 2003. Dopo 22 anni di instancabile servizio, ha lasciato la presidenza dei licei, mantenendo però il suo impegno come guida della scuola media. 

In questa intervista, Mauro Pace non solo riflette sul suo percorso personale, ma offre anche uno sguardo profondo su Valsalice , un luogo che è protagonista della sua vita e di quella di tanti studenti.

Dopo venti anni alla guida del Liceo, quali sono le sue riflessioni su questo lungo percorso?

Questi anni sono stati caratterizzati da un intenso lavoro e da grandi fatiche, ma anche da straordinarie opportunità di incontro e di relazione. Ho avuto il privilegio di conoscere studenti, genitori e colleghi, e questo aspetto umano è senza dubbio il più significativo del mio ruolo. La bellezza di incontrare persone è stata l’essenza di questa esperienza.

Ci parli dei momenti che ricorda con maggior affetto. Ha qualche rimpianto?

Ricordo con affetto le feste e le occasioni in cui ho potuto interagire direttamente con gli studenti, soprattutto nei contesti informali. Alcuni di questi momenti mi mancheranno. Per quanto riguarda i rimpianti, non ne ho in particolare. Certamente, avrei potuto fare di più o meglio in alcune situazioni, ma sono consapevole di aver dato tutto ciò che potevo umanamente. Si può sempre migliorare, ma il mio impegno è stato totale.

Quale consiglio si sente di dare al professor Bove, suo successore?

Non ha bisogno dei miei consigli, dato che ha una vasta esperienza. Tuttavia, gli suggerirei di mantenere sempre un contatto diretto con gli studenti. Questa è la parte del mio lavoro che ho trovato più difficile mantenere, specialmente quando ho dovuto gestire entrambe le scuole.

Ci sono differenze tra il ruolo di Preside delle scuole medie e quello del liceo?

Non ci sono differenze sostanziali nel ruolo. Certamente, l’età degli studenti e le problematiche didattiche variano, ma le responsabilità rimangono le stesse. La dimensione della scuola media è più contenuta, con meno classi e studenti, ma il compito di guida è identico.

 

 

Qual è la relazione tra il Preside e gli studenti delle scuole medie?

Nel mio approccio al liceo, ho sempre cercato di evitare di assumere un ruolo autoritario, preferendo il dialogo e l’incontro. Tuttavia, nella scuola media è necessario mantenere una certa fermezza e autorevolezza, poiché i ragazzi più giovani possono richiedere un intervento più deciso.

Quale legame sussiste tra la scuola media e il liceo?

La scuola media è nata all’interno del liceo e c’è una forte integrazione tra le due istituzioni. Circa il 70-80% degli studenti delle medie prosegue al liceo, il che rende il rapporto molto stretto. Le famiglie spesso hanno figli in entrambe le scuole, creando un legame solido. La mia doppia funzione di Preside ha sicuramente favorito un lavoro di squadra tra i docenti, promuovendo una collaborazione proficua. Non c’è contrapposizione, ma una sinergia evidente: la scuola media è parte integrante del liceo.

Qual è il suo punto di vista sull’uso della tecnologia nelle scuole medie?

L’uso della tecnologia nelle scuole medie è un argomento complesso. La tecnologia didattica non è ancora così diffusa come nel liceo, e personalmente non sono particolarmente favorevole all’uso di tablet nella didattica ordinaria. Credo che sia fondamentale educare i ragazzi all’uso responsabile e competente degli strumenti digitali. Nella nostra scuola media, ci concentriamo sull’educazione al digitale, insegnando agli studenti a utilizzare il computer e la rete in modo consapevole. Ho introdotto l’uso del computer durante lo studio guidato per facilitare l’apprendimento, ma ritengo che saper prendere appunti a mano e scrivere con la penna sia ancora cruciale. Questo approccio è propedeutico all’uso del computer, che sarà più presente nel loro futuro lavorativo. La tecnologia non viene demonizzata, ma viene utilizzata con criterio.

Qual è la sua visione per il futuro della scuola media e quali obiettivi spera di raggiungere?

Il futuro della scuola media è in continuità con il presente. Le scuole medie salesiane, inclusa la nostra, si fondano su principi di inclusività e offrono un ambiente educativo sicuro, occupando i ragazzi per tutta la giornata. Questo è particolarmente importante per i più giovani, che difficilmente possono restare soli a casa fino alla seconda media. È fondamentale mantenere un alto livello educativo; la nostra scuola non deve essere vista come un parcheggio per ragazzi, ma deve avere un progetto educativo solido. Le iscrizioni sono numerose e le richieste sono elevate, il che è un segnale positivo. Anche il futuro del liceo, in particolare del liceo classico, appare promettente, nonostante le difficoltà recenti. La decisione di avere una sola IV ginnasio è stata influenzata anche da motivazioni economiche, ma i numeri non sono stati così negativi come si pensava. Inoltre, l’introduzione di metodi didattici innovativi e l’uso ragionato dei tablet possono contribuire a rendere la scuola più attuale e in linea con le esigenze del mondo contemporaneo.

Jacopo Covolan



Il Salice

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