Benvenuti a Valsalice – Alessandro Abbascià
di Costanza Castorina, Aurora Levato e Vittoria Simonetti
Il prof. Alessandro Abbascià, nuovo docente di Inglese nella nostra scuola, è sempre stato appassionato della cultura anglofona e dell’insegnamento, merito dei suoi magnifici insegnanti del liceo linguistico che ha frequentato a Bari. Fin da quando era giovane, è stato affascinato dall’Inglese in vari ambiti, come quello musicale, teatrale e letterario. Ha completato il suo percorso di studi a Torino all’università di Lingue e Letterature Straniere.
Il suo obiettivo è formare un ambiente di apprendimento in cui gli studenti possano scoprire il mondo e la realtà che ci circonda attraverso lo studio della lingua, sviluppando competenze linguistiche che li arricchiscano a livello personale e professionale.
Quali sono state le prime caratteristiche di Valsalice che l’hanno colpita?
Appena entrato a Valsalice mi ha colpito immediatamente la bellissima struttura, che è magnifica e tenuta molto bene. Successivamente il clima accogliente tra alunni e professori, in cui vige il rispetto e l’ascolto. Poi direi l’ospitalità tra i colleghi e il reciproco aiuto e supporto e soprattutto l’attenzione verso gli studenti, che ritengo di fondamentale importanza.
Quali sono stati gli anni più significativi per lei?
Sicuramente quelli del liceo. E’ stato un periodo molto gioioso e allegro, che mi ha permesso di maturare, di conoscere nuove persone e costruire le prime amicizie, e di crescere a livello personale ed accademico.
Se dovesse descrivere il suo metodo di insegnamento in 3 parole, quali sceglierebbe?
Interattivo, poco convenzionale e dinamico.
Cosa l’ha spinta a diventare un insegnante?
Mi hanno spinto a diventare un insegnante le figure di riferimento che ho avuto in passato come insegnanti, soprattutto quelli del liceo sono stati veramente importanti per me.
Da piccolo era bravo con l’inglese?
Si molto, é sempre stata la mia passione fin da quando ero piccolo, mi affascina molto ancora oggi sia la lingua inglese sia quella britannica e soprattutto quella americana.
C’è un episodio particolare o un periodo della sua carriera che ha profondamente influenzato il suo modo di vedere l’insegnamento?
Sicuramente gli anni universitari sono stati cruciali, infatti hanno rappresentato un grande cambiamento nella mia vita: il distacco tra il liceo e l’università è stato molto significativo a livello accademico e a livello di rapporti personali permettendomi di crescere molto. Al liceo, per esempio, le classi sono costituite da 20, massimo 30 alunni quindi i professori hanno l’occasione di conoscere al meglio i propri alunni, mentre all’università le classi sono enormi, quindi per me è stato complesso approcciarmi a questo grande cambiamento, e ciò ha influenzato molto la mia visione dell’insegnamento e dell’apprendimento.
Per quali squadre di calcio e basket tifa?
Tifo il Bari come squadra di calcio e come squadra di basket Los Angeles Lakers.
Qual è stata una delle figure più imbarazzanti fatta da piccolo riguardo l’inglese?
Sicuramente un disagio enorme: era il mio primo anno di università e mi avevano assegnato una presentazione per un corso di letteratura inglese. Ho sbagliato autore, quindi quando l’ho presentata di fronte alla classe, vale a dire tutto il corso e quindi più di 200 persone, è stato alquanto imbarazzante.
C’è stato un professore con cui ha instaurato un rapporto particolare, oltre alla cattedra scolastica?
Durante la mia vita ho incontrato molti professori che mi hanno ispirato, e che sono stati dei grandi esempi per me. Però se dovessi scegliere un unico professore, direi il mio insegnante di inglese del liceo: è stato un punto di riferimento molto importante. Abbiamo instaurato un rapporto indissolubile, che è andato oltre l’ambiente scolastico, tanto che ancora oggi il nostro legame è molto forte nonostante la notevole distanza.
Quali sono i suoi hobby preferiti?
Giocare a basket, a calcio e leggere.