IA? “Ni”, grazie
di Beatrice Rizzo
L’intelligenza artificiale ormai è parte integrante della nostra esistenza: la usiamo ogni giorno per semplificarci la vita e migliorarne la qualità. La tecnologia viene incontro ai nostri bisogni quotidiani, proprio come nei film di fantascienza, che non avremmo immaginato di vivere. Pensiamo per esempio all’assistente virtuale Google, al quale possiamo chiedere praticamente di tutto.
E’ impressionante l’uso della tecnologia anche nella domotica: persino da remoto possiamo comandare elettrodomestici, tapparelle, impianti di condizionamento aria, antifurti. Insomma, in piena comodità, rendiamo la nostra esistenza più semplice.
Ormai l’intelligenza artificiale parla ogni lingua, aiutandoci anche in quelle straniere. Ci sono app che permettono di parlare con un “interlocutore virtuale” nella lingua desiderata, essendo egli in grado ti correggere anche la pronuncia. Esistono anche quei corsi di fitness virtuali, che permettono un allenamento in casa, ottimizzando il nostro tempo, senza i costi di un abbonamento in palestra.
Un attenzione sul tema dell’intelligenza artificiale e suoi pericoli, è stata dedicata quest’anno dal “Festival internazionale dell’Economia” di Torino, dove – con il titolo “Chi possiede le conoscenze” – il centro del dibattito si è imperniato sull’importanza e i pericoli del progresso tecnologico, considerato ingrediente cruciale della crescita economica e dell’aumento della produttività.
E’ vero dunque che il digitale ha trasformato il modo in cui comunichiamo, ci informiamo, facciamo acquisti, ascoltiamo musica e tanto altro; ma se da una parte tutto questo permette un nostro cambiamento positivo, dall’altra parte c’è chi si allarma: chi controlla e sfrutta tutti questi dati?
Pare che in pericolo sia la nostra privacy: sembra infatti che questi dispositivi “ascoltino” i nostri discorsi, utilizzando le informazioni per diversi scopi, non solo economici. La paura principale è che ognuno di noi possa essere in qualche modo controllato.
Dobbiamo dunque rimanere molto attenti nel conoscere le potenzialità di ciò che utilizziamo, in modo da usufruirne in maniera consapevole. Infatti, c’è chi sostiene che la tecnologia vada utilizzata sino ad un certo punto, evitando l’abuso di un “assistente domestico” virtuale, a protezione anche della nostra autonomia.