Bambini a pixel
di Vanessa Gramignoli
Molti si ricorderanno l’aria fresca mentre giocavano con il pallone, le ore passate in compagnia con i giochi da tavolo, oppure la gioia di ricevere quel giocattolo tanto desiderato il giorno di Natale. Leggendo queste parole tanti adulti saranno invasi dalla nostalgia e dal ricordo dei bambini che sono stati, ma questi adulti sono con tutta probabilità destinati ad essere gli ultimi a poter vivere tale sensazione.
È successo qualcosa infatti, negli ultimi dieci anni, che ha completamento rivoluzionato il senso dell’infanzia. Qualcosa che abbiamo tutti nelle nostre case e ci accompagna costantemente nelle nostre vite: questo qualcosa si chiama Internet.
Che abbia allargato gli orizzonti e aperto le porte ad infinite possibilità ormai è cosa nota, ma noti sono anche i danni che ha portato con sé, soprattutto per i più piccoli. I figli dell’era digitale e dei social media sono completamente diversi dalle generazioni precedenti, proprio a causa di tutte le innovazioni in cui si sono ritrovati immersi. I giocattoli hanno lasciato il posto a smartphone e tablet, videogiochi e serie tv sono preferiti ai giochi all’aria aperta e le recite scolastiche che i bambini amavano presentare ai genitori sono diventati video e post sui social media, già in età giovanissima.
Tutto ciò è inevitabilmente un enorme danno a livello psico-fisico per questi bambini e i genitori spesso ne ignorano l’entità.
Per esempio la loro sedentarietà in aumento può contribuire all’incremento dei problemi di salute e la postura scorretta dovuta all’uso prolungato di computer e televisori può causare danni al loro apparato scheletrico.
Gli effetti più preoccupanti tuttavia si hanno sul piano socio-emotivo: infatti l’esposizione precoce e continua agli schermi può influenzare negativamente il loro sviluppo cognitivo, riducendo la capacità di concentrazione e attenzione, l’interazione sociale, che si è quasi del tutto limitata ad interazioni virtuali e la loro creatività.
In poche parole i bambini non sanno più fare i bambini.
Da ricordare è anche il fatto che i social media creano una percezione distorta della realtà, portando a confronti dannosi e a un senso di inadeguatezza troppo prematuramente, oltre che ad un bisogno compulsivo di raggiungere la perfezione.
L’aspetto più terrificante però, è quanto questa infanzia basata sui pixel stia diventando sempre più normalizzata in società: a casa o al ristorante i bambini sono spesso di fronte ad uno schermo, tra gli scaffali dei negozi si vedono, al posto di bambole e macchinine, kit per diventare piccoli influencer, come per indicare ai bimbi che è il successo ciò a cui devono pensare.
In parole povere, un mondo sempre più digitalizzato rischia di negare alle generazioni attuali e future la possibilità di vivere un’infanzia pura e spensierata, prerogative innate dei più piccoli, ma messe ormai in pericolo da una società troppo impostata che ha dimenticato la magia di essere bambini.