Tutta la vita davanti
“Non sto bene se gli altri stanno male”
Così incomincia la scrittrice e poetessa italiana Silvia Avallone per raccontare durante la conferenza tenutasi al salone del libro durante la mattinata del 10 Maggio, l’esperienza vissuta, che le ha portato come risultato il suo ultimo libro intitolato Cuore Nero.
Da sempre è attratta da quei luoghi dai quali ci dicono di stare lontani, dove si pensa siano presenti coloro che vengono considerati gli ultimi della società, ma che invece nei romanzi diventano i protagonisti.
Lei spinta dal suo pensiero che se non si conoscono gli altri è impossibile poter capire e conoscere meglio se stessi, decide di andare a fare visita al Carcere minorile di Bologna, all’interno del quale compirà l’esperienza che le ha cambiato completamente la vita.
I ragazzi che si trovano all’interno di questi luoghi non devono essere ri-educati ma devono essere in realtà educati per la prima volta, hanno bisogno di qualcuno che creda in loro e soprattutto gli dia fiducia, come per esempio fa Don Claudio Burgio cappellano del carcere minorile “Cesare Beccaria” di Milano.
La conferenza tenutasi dalla scrittrice Biellese, è stata in collaborazione con l’associazione Antigone, che si occupa della tutela dei diritti delle persone private della libertà nonché di sensibilizzare maggiormente la società riguardo alla vita all’interno del carcere, dove molto spesso esso è composto da corpi ammassati di cui nessuno vede l’anima.
Alla conferenza ha partecipato anche il Cardinale e Arcivescovo Matteo Maria Zuppi, che ha fatto riferimento al libro “Ogni prigione è un’isola” di Daria Bignardi, scrittrice che racconta di come i carceri sembra siano situati in altri mondi completamente lontani da noi, come se fossero completamente separati dal mondo, quando in realtà non sono un’isola lontana, ma un pezzo fondamentale del nostro continente.
Come afferma Papa Francesco, in seguito alla visita al carcere minorile di Roma avvenuta nell’aprile dello scorso anno, “Tutti possiamo scivolare, ma Gesù ci ama”, evidenziando il fatto che nonostante gli errori compiuti è possibile riprendere in mano la propria vita poiché essa non può e non deve fermarsi.