La dispersione scolastica e l’incidenza dei disturbi dell’apprendimento
La redazione del Salice, il 10 maggio, ha visitato il salone del libro, una fiera organizzata a Torino che ospita numerose conferenze tra cui “Dispersione scolastica e incidenza dei disturbi dell’apprendimento” tenuto dai redattori Nicoletta Bernasconi, Lorenzo Benusssi, Marzia Camarda, Luisa Gonella, Marco Griffa, Francesca Maggi e Marcella Romeo.
Con la collaborazione dell’Intesa San Paolo, sono stati eseguiti studi e sondaggi sui giovani, che monitorano la predisposizione all’abbandono della scuola. Hanno aderito alla ricerca 15 istituti di primo e secondo grado tra Torino e Lucca e hanno partecipato perciò, su base volontaria, circa 4000 studenti. Uno dei primi dati che ci vengono forniti per introdurci all’argomento è quello dei ragazzi che abbandonano la scuola: l’ 11,5%, una percentuale alta, tra le più elevate in Europa, e che, secondo la commissione europea, entro il 2035 si deve abbassare al 9%. Per raggiungere questi risultati il lavoro sarà commissionato anche ad enti privati, che partono dalla raccolta dei dati, nella speranza di trovare qualsiasi tipo di indizio per prevenire questo problema, per poi andare ad intervenire. I dati su cui si sono concentrati gli studi sono i disagi psicologici, i fattori che anticipano gli abbandoni e i risultati ottenuti da questionari creati appositamente per ragazzi e professori.
I disagi più rilevati da parte dei ragazzi sono lamentale somatiche, l’insieme dei problemi fisici o psicologici che possono affliggere gli studenti, una elevata predisposizione alla violazione delle regole, come la tendenza a non fare i propri compiti, saltare scuola, rispondere con linguaggio volgare e osceno a professori, e la tendenza alla reclusione sociale, che comprende coloro che affermano di avere diverse ansie sociali o gli hikikomori. Quest’ultima ha dato risultati impressionanti, il 5% dei ragazzi nei sondaggi svolti si sono ritrovati notevolmente nell’affermazione “penso al suicidio”, un dato impressionante e decisamente elevato.
I fattori associati all’abbandono della scuola, oltre quelli citati nel primo punto, sono i rapporti con i genitori (i rapporti affettivi, fisici e verbali, l’iperprotettività o il completo distacco dai figli), il tipo di istituto frequentato, questi tipi di problemi si riscontrano soprattutto negli studenti di istituti tecnici o professionali, o infine lo stato socio-economico dei singoli, che va ad influenzare le aspirazioni scolastiche.
I questionari proposti agli studenti contenevano tutti gli argomenti trattati. Sono sondaggi anonimi, in cui si specifica solo età e la attuale classe dello studente, sono composti da 32 item e contengono principalmente domande molto soggettive, che possono contenere anche domande inerenti ad argomenti che comprendono obbiettivi futuri, rendimento scolastico e relazione con il cibo. Un’altra fonte di dati sono le cheklist, completate dai professori che evidenziano i fattori oggettivi osservabili.
Questi studi effettuati sono unicamente strumenti preventivi, che si concentrano nell’anticipazione di problemi che, con il passare del tempo, rischiano di essere irrisolvibili; perciò i passi successivi sono la proposta, agli studenti a rischio, di intraprendere percorsi che li possano aiutare, come sedute con gli psicologhi scolastici.
Un altro punto trattato, essenziale per la ricerca, sono i cambiamenti all’interno delle classi dovuti agli sviluppi della tecnologia, che sta variando molte le dinamiche tra professori e studenti, come l’influenza del mondo dei social e l’adottamento di nuovi metodi didattici, al passo con le nuove tecnologie.
Essenziale è stata la collaborazione dell’Intesa San Paolo che ha finanziato economicamente gli studi, e che, ai fini della divulgazione, ha pubblicato i dati raccolti sul suo sito online, per renderli accessibili ai curiosi o come base di future ricerche.