A volte ritornano – ‘Cime tempestose’ di Emily Brontë Mondadori
Quanto può cambiare l’interpretazione di un libro in base alla sua traduzione? Oggi alcuni membri della redazione del Salice hanno avuto la possibilità di partecipare ad un incontro con tre autrici e traduttrici ben note, Margherita Giacobino, Beatrice Marini e Monica Pareschi. Ci hanno coinvolto con la loro visione, e traduzione, di uno dei classici più noti e contorti della storia: Cime Tempestose di Emily Brontë.
Tutte e tre le autrici hanno descritto il processo del loro lavoro di traduzione, confessando di essersi affidate a dei lavori precedenti di altri autori, con il fine di comprendere al meglio il testo.
In particolare Margherita Giacobino fu quella che riscontrò maggiori difficoltà nella traduzione essendo stata una delle prime a tradurre il romanzo in Italiano. La traduzione le fu affidata infatti a metà degli anni 90, quando Mondadori le propose di tradurre il testo per la collana Classici Classici. Era spaventata e incerta, si trovava davanti alla sua prima traduzione professionale, definita da lei Tempestosa. Dopo ai disguidi con la revisora e la riscrittura, riesce finalmente a pubblicarla nel 1994, attribuendo al romanzo una sfumatura femminista. Diversa è la storia di Beatrice Masini, la quale ha un rapporto affettivo e nostalgico con il libro. Questa traduzione fa parte di una collana detta “La biblioteca delle ragazze”, un’idea nata dalla volontà di mettere assieme libri importanti. Lo scopo non era quello di semplificare il livello per i ragazzi, ma semplicemente, di coinvolgerli nell’iniziativa.
Le autrici hanno proseguito l’incontro con un confronto sull’uso del Voi, infatti l’unica delle tre ad aver mantenuto il pronome è Beatrice Masini, volendo proseguire su una traduzione più tradizionale e letterale, mentre Monica Pareschi e Margherita Gicobino, hanno optato per l’uso del lei. A parer loro il Voi “Non è cosa”, siccome, al contrario del lei, non rimanderebbe alla contemporaneità, cosa fondamentale da considerare quando si traduce un romanzo.
La conferenza si è conclusa con una discussione psicologica sui personaggi Joseph, domestico bisbetico e scontroso di Wuthering Heights, definito addirittura “Satanico”, e Heathcliff, protagonista del racconto. Le autrici concordano dicendo che è fondamentale sottolinearne ed enfatizzarne i comportamenti, nonostante la loro complessità psicologica e sociale, simbolo della scrittura “Estrema” di Brontë.