Se lo abbandoni lo condanni
Ogni anno migliaia di animali vengono abbandonati e lasciati ad un triste destino; questo fenomeno che nel 2020 aveva subito un calo, con l’impennata delle adozioni per superare la noia e la solitudine dell’isolamento, purtroppo sta tornando a crescere.
Nonostante i picchi massimi siano registrati nel periodo estivo, dal mese di luglio a settembre, con un innalzamento di circa 25-30%, ormai anche durante il resto dell’anno si ripresenta sempre con maggiore frequenza.
Le principali motivazioni alla base dell’abbandono sono la perdita di interesse verso l’animale, i fattori economici, i cambi di domicilio, le cucciolate indesiderate, i comportamenti problematici dell’animale, il ricovero in ospedale o il decesso del proprietario e le vacanze.
Viaggiare con un cane o un gatto può essere complicato, vi possono essere difficoltà nel trasporto e nel reperire strutture ricettive “pet- friendly”, attrezzate per ospitare animali.
Nonostante queste motivazioni abbandonare un animale oltre a essere una scelta crudele e degradante in molti casi è così dannosa da condannarlo, quasi sicuramente, a morte.
Molti, infatti, nel cercare di tornare a casa o nel girovagare senza meta vengono investiti e feriti o uccisi dalle automobili. Se sopravvivono invece avranno una vita fatta di sofferenze, scarsità di cibo e affetto e, se non sterilizzati, si riprodurranno alimentando il fenomeno del randagismo o finiranno in canile. Gli animali hanno una loro sensibilità e sono in grado di percepire il dolore causato dall’abbandono, provano stress, ansia, smarrimento e depressione.
Secondo alcuni studi veterinari come conseguenze si possono presentare disturbi comportamentali, ferite sia dal punto di vista fisico sia psicologico, che possono portare ad un attaccamento eccessivo dell’animale verso il padrone o una perenne paura verso chiunque.
Dunque, si è affermata la necessità di dover attuare una riforma per il riconoscimento di questi atti come crimini sociali. Purtroppo, nonostante l’abbandono sia punito dalla legge (l’articolo 727 del Codice penale) con il carcere fino ad un anno e con multe da 1.000 ai 10.000 euro, questa pratica non sembra diminuire.
In occasione del convegno “Randagismo e violenza sugli animali: cosa non funziona e quali le soluzioni?”, organizzato il 26 luglio 2022 a Roma, trattando di questo tema è emerso che sia necessario aumentare la consapevolezza di chi adotta un animale e che questo sia l’unico metodo per ridurre il randagismo.
Per combattere il fenomeno occorre sensibilizzare e educare chi adotta verso una scelta consapevole e responsabile al fine di evitare eventi traumatici e disumani.
Prendere o adottare un animale cambia la vita, non ci si deve fare guidare solo dall’entusiasmo del momento. Occorre riflettere su cosa significhi gestire e prendersi cura di un animale che ha delle esigenze che devono essere rispettate.
Possedere un animale non è un obbligo ma una scelta.