La piramide della moda
Sui cartelloni pubblicitari, nelle riviste, negli annunci sui giornali o semplicemente facendo ricerche sul web, a tutti capita di vedere sponsorizzazioni di prodotti o capi di abbigliamento. Vengono presentate le ultime novità riguardo il vestiario dai principali atelier o i colori in voga della stagione o i “must have” di coloro che vogliono essere coerenti alla moda del momento e alle sue nuove proposte. Facile, infatti, è rimanere affascinati da essi e decidere di restare al passo con le nuove tendenze dei marchi dirigendosi in negozio a fare nuovi acquisti.
Questo è il concetto base della parola moda, la tendenza dell’essere umano ad appartenere a un gruppo sociale che lo identifica in una determinata categoria attraverso il suo modo di vestire e porsi. I primi ad esserne vittima sono gli stessi adolescenti, che volontariamente o non, vogliono sentirsi parte di un gruppo acquistando un determinato capo.
In alcuni studi questa tendenza viene individuata come un meccanismo di “imitazione-differenziazione” tra gli individui e prevede l’esistenza di una piramide; secondo la quale gli abiti indossati dagli esponenti della classe al vertice vengono imitati da quelli degli strati sottostanti. Questo crea una progressiva diffusione che prevede la privazione di alcune caratteristiche del capo originale, creando una differenziazione tra i diversi livelli sociali, innesca una reazione a catena che porta i ceti superiori a cercare continuamente nuovi stili per distinguersi.
Così i grandi marchi lanciano nuove mode, indossate per prime dalle classi più abbienti e spesso non accessibili alla grande massa che, solo successivamente grazie alle catene del fast fashion, potrà indossare con riproduzioni meno costose.
Tra i ragazzi si distinguono principalmente due categorie: coloro che sono sempre al passo con le nuove tendenze e quelli che preferiscono adottare un loro stile unico e inimitabile. I primi sentono maggiormente l’influenza degli stili in voga, poiché non hanno ancora sviluppato una maturità tale da poter fare delle scelte diverse da quelle del gruppo e spesso nascondono insicurezze e paure dietro un determinato modo di vestirsi. Al contrario i secondi hanno già una mentalità che permette loro di non sentirsi a disagio se abbigliati in maniera differente o di prediligere uno stile meno mutevole.
Infatti, differentemente dalle mode momentanee, che possono decadere nell’arco di una stagione, se si decide di seguire un determinato orientamento non si incorre nella logica consumistica. Le tendenze che vediamo vengono sponsorizzate su social come Instagram o tik-tok grazie ad attori famosi o modelli che pagati dalle aziende vestono capi dei marchi emergenti. Inizia così un processo per il quale si vuole somigliare sempre di più a queste icone che spesso porta al desiderio di acquistare prodotti non sempre necessari o adatti alla propria persona. Però ciò che bisogna avere sempre presente è che non è fondamentale indossare un capo all’ultima moda, ma ciò che più ci rappresenta.