Lady Diana: la principessa del popolo

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Chi non ha mai sentito parlare di Lady D, icona della famiglia inglese reale,  defunta ex moglie di Carlo, principe di Galles? Fu proprio Tony Blair, il primo ministro del tempo, a nominarla “principessa del popolo” e tanti giornali “la vera leader femminista senza eredi”.
Diana nasce il 1 luglio del 1961 a Sandringham, a due passi dalla tenuta estiva della famiglia reale inglese. È membro della famiglia Spencer, legata alla royal family da molto tempo, ed è la quarta di cinque figli.
Diana non ottiene mai ottimi risultati a scuola e all’età di sedici anni viene mandata in un collegio di buone maniere in Svizzera. Diana, ragazza timida e semplice sogna di diventare una ballerina ma la sua altezza la ostacola. A diciotto anni si trasferisce a Londra dove lavora come baby sitter part time e maestra dell’asilo nido.
Diana Spencer in una calda estate a Sandringham incontra Carlo di Galles, mentre torna da una battuta di caccia alla tenuta familiare.
Carlo sa di dover prendere in moglie una donna di buona famiglia, così da assicurare alla corona eredi, per la sua posizione nella dinastia Windsor. Nonostante il passionale amore per Camilla Parker Bowls, non approvata dalla famiglia reale, concentra le sue attenzioni su Sara, la sorella maggiore di Diana. Poi però le sue attenzioni si spostano proprio su Diana che con la sua sensibilità lo consola per la morte dello zio.
I due si sposano e le nozze vengono inizialmente considerate come “un matrimonio da favola”, addirittura trasmesso e seguito da milioni di persone in mondovisione, è il 29 luglio del 1981. Diana Spencer diventa così Lady Diana e viene chiamata altezza reale.
Una curiosità che mostra anche il radicale legame tra le due famiglie è la testimonianza di alcuni per cui sarebbero state proprio la regina Elisabetta II e la nonna di Lady D, Ruth Fermoy, amica fedele della regina e che aveva lavorato per circa 40 anni per la famiglia reale, ad incoraggiare il matrimonio tra loro.
Nel mentre però la vera regina nel cuore del principe continua ad essere Camilla Parker Bowls il cui fascino di “donna impossibile” lo ha ammaliato fin dal primo istante. La sua costante presenza nella vita della coppia porta poi questa a divorziare nel 1996.
Eravamo in tre in questo matrimonio, un po’ troppo affollato” sono le parole di Diana rilasciate in un’intervista a proposito del divorzio. Lady Diana e Carlo intanto hanno avuto due figli, che verranno amati e sostenuti dai sudditi: William ed Harry.
Diana è una principessa che sin da subito rimane vicina a tematiche sociali, opere di carità e solidarietà e proprio grazie al suo charme ed empatia con la gente man mano oscura sempre di più la figura del principe Carlo, conquistando supporto ed amore del popolo ed emergendo come una vera e propria leader , anche di stile. Il popolo è ammaliato dalla sua semplicità in contrasto con l’ etichetta reale. Il suo sogno è quello di diventare la regina nei cuori delle persone e così succede. Diana lascia un segno indelebile ed ancora ad oggi si ricorda come una donna forte, buona , premurosa e generosa.
Alle telecamere mostra però sempre un velo di tristezza sul volto, forse legato alla scarsità di attenzioni da parte del marito o al fatto di non essersi mai adattata alla vita reale sotto i riflettori.
Dopo il divorzio comunque il popolo non smette mai di amarla e sostenerla e i grandi marchi di moda fanno a gara per vestirla. Con Lady D abbiamo una testimonianza moderna di libertà ed indipendenza, una donna che detta le sue regole e trova il suo posto nel mondo. È curiosa infatti la sua scelta di sposarsi con la tiara di famiglia. Diana inoltre usa l abbigliamento come espressione di se stessa e mezzo di comunicazione. Anziché abiti regali, usa spesso jeans e felpe oversize. È impossible però non citare il suo “Revenge dress” , un abito corto nero con le spalle scoperte che indossava al Garden Party.
Diana Spencer è sempre stata seguita con attenzione e curiosità dai giornalisti e paparazzi, questo forse ancor di più a seguito del divorzio. Proprio dal giorno della sua morte , a poco tempo dall’accaduto, risalgono numerose testimonianze. Sfortunatamente è proprio la sua morte e il mistero attorno a questa ad essere uno degli eventi più conosciuti e discussi ancora ad oggi. È il 31 agosto del 1997 a Parigi, dove si trovano in vacanza Diana e il suo nuovo fidanzato Dodi al-Fayed. Sono le telecamere dell albergo parigino di proprietà della famiglia al-Fayed a riprendere gli ultimi momenti della vita della Spencer.
All’ingresso ci sono molti paparazzi che vogliono immortalarla con il nuovo fidanzato. Le due auto parcheggiate all’ingresso sono un diversivo poiché infatti Diana, il fidanzato, l’autista Henry Paul e la guardia del corpo si dirigono verso l’uscita sul retro e salgono a bordo di un’altra auto con l’intenzione di andare a dormire in un’altra casa , di proprietà della famiglia di lui, poco distante da lì. Un gruppo di paparazzi però parte all’inseguimento dell’auto.
Pochi minuti dopo quest’ultima si scontra contro il tredicesimo pilone del tunnel de Pont de l’Alma.
Dodi e l’autista Henri Paul muoiono sul colpo, la guardia del corpo sopravvive ma non ricorderà nulla di quegli istanti, mentre Diana ferita viene trovata ancora viva e alle quattro del mattino si spegne. Termina così la vita breve ma intensa di una principessa così amata, dopo solo 36 anni di vita.
Al funerale di Diana partecipano oltre tre milioni di persone, tra cui il suo amico Elton John, che suona per lei una versione riarrangiata di Candle in the Wind, originariamente ispirato a Marylin Monroe in memoria di una figura destinata a rimanere nel cuore di molti.
Le indagini condotte sull’incidente danno colpa alla negligenza dell’autista Henry Paul, che andava ad una estrema velocità e mostrava avere in corpo livelli di alcol fuori dalla norma oltre alla circostanza pericolosa della fuga dai paparazzi, alcuni inizialmente arrestati.
Non manca certamente tutta quella serie di teorie del complotto, per cui c’era chi vedeva Lady D come un personaggio troppo scomodo per l’alta società e quindi da eliminare. Tali teorie però non hanno trovato mai fondamento nelle inchieste condotte.
Una delle tante stranezze è il fatto che l’ambulanza si arrivata intorno alla mezzanotte e quaranta minuti, ma non abbia portato Diana in ospedale fino alla due del mattino e nel viaggio dal tunnel all’ospedale (tra l’altro non l’ospedale più vicino) si sia fermata ben due volte (giustificando ciò con i due arresti cardiaci che aveva avuto la donna nel tragitto) impiegandoci infine più di un’ora. Molte persone infatti credono che se fosse stata portata prima in ospedale probabilmente sarebbe sopravvissuta. Inoltre poche ore dopo l’incidente viene lavato e disinfettato il tunnel. Così tutte le prove vanno perse. Che si trattasse di un semplice incidente o no, sorprende quanto sia stato fatto per un accaduto così importante.
Uno dei dati più importanti è la lettera ritrovata tempo prima dell’incidente che Diana scrisse e diede al suo maggiordomo , con l’ordine di pubblicarla solo al momento della sua morte. In quella lettera Diana prevedeva la sua stessa morte. Infatti c’era scritto che qualcuno avrebbe voluto ucciderla o ferirla tramite un guasto ai freni. Tra i moventi la sua relazione con un uomo musulmano o il fatto che Carlo fosse innamorato di un’altra donna e quindi avrebbe dovuto sbarazzarsi della ex moglie.
Ma cosa è successo veramente a Diana probabilmente non lo scopriremo mai con certezza. Quello che è certo è il grande segno nella storia che lei ha lasciato.

Vittoria Garnero



Il Salice

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