Due bellezze
di Elisa Cecconi
Gli esseri umani, il cui obiettivo è la ricerca della felicità e del piacere (come affermava Epicuro, identificando l’ήδονή come oggetto di tensione da parte dell’uomo), sono naturalmente attratti da ciò che è bello e tendono a voler creare un’immagine di se stessi che sia il più piacevole possibile.
La visione comune solitamente scinde il concetto di bellezza individuale in due ambiti: quello esteriore e quello interiore. L’individuo si trova in condizione ottimale se le due tipologie di bellezza sono presenti in equilibrio tra loro.
L’aspetto esteriore è infatti il proprio “biglietto da visita” secondo un’espressione comune, ovvero è un elemento fondamentale e funzionale alla prima impressione che ha chi ci incontra per la prima volta e al rispetto e alla professionalità che si dimostra, in luoghi come quello di lavoro, mantenendo un aspetto curato. L’aspetto interiore è la propria personalità, è ciò che determina come l’individuo si relaziona con gli altri e con le varie situazioni: esso è funzionale a coltivare rapporti interpersonali, dunque a consentire ad alcuni di conoscerci nell’autenticità del nostro essere e di comprendere quali siano le caratteristiche che definiscono la nostra persona.
La bellezza ideale dovrebbe dunque consistere in un connubio tra un adeguato e curato aspetto esteriore e un comportamento corretto, rispettoso e gentile, ciò che sin dai tempi antichi è stato definito virtuoso. La cultura classica, infatti, sosteneva fermamente la cura di entrambi questi aspetti: i miti greci dipingevano gli eroi come “καλοί καί ἀγαθόι”, ovvero “belli e buoni”, in quanto secondo la tradizione di questo popolo le due tipologie di bellezza non potevano prescindere l’una dall’altra; anche i Romani condividevano tale pensiero, come testimonia il detto conservatosi fino ad oggi “mens sana in corpore sano”, evidenziando che la cura della mente è necessariamente affiancata da quella del corpo.
Negli ultimi anni, tuttavia, sembra che uno dei due aspetti della bellezza stia in maniera crescente predominando sull’altro: è sufficiente pensare alla maggioranza delle celebrità odierne, delle quali la principale caratteristica che affascina gli ammiratori è proprio la bellezza fisica; non conoscendo la personalità di esse, è sufficiente essere considerate esteticamente piacevoli ad arrecare una fama significativa. Un fenomeno analogo si verifica sui social, in cui ciò che ragazzi e ragazze prediligono mostrare pubblicamente sono i tratti del proprio corpo che essi considerano maggiormente attraenti; ad esempio un fisico muscoloso oppure magro, un viso ben truccato o un’immagine di sé mentre si indossa un elegante capo d’abbigliamento. Questo in effetti è ciò che principalmente attira gli altri e per averne la conferma è sufficiente eseguire il rapporto tra quanto un soggetto è considerato attraente secondo i canoni odierni e il numero di “followers” che si conta sul suo profilo online.
La smisurata importanza data all’aspetto esteriore provoca conseguenze anche in ambiti come quello scolastico: sono frequenti i casi di studenti e studentesse che sono umiliati dai loro stessi coetanei a causa di una o più caratteristiche estetiche, come la propria corporatura e il proprio peso, gli abiti indossati, l’aspetto del viso. Anche se ci si presenta in maniera consona e rispettosa, ciò non sembra più bastare a causa della crescente severità dei canoni e del giudizio altrui.
Un Paese che esemplifica chiaramente questo concetto è la Corea del Sud, che presenta regole, soprattutto rivolte alla popolazione femminile, molto rigide riguardo la cura dell’aspetto esteriore: è necessario che abbiano un viso di determinate dimensioni in proporzione al resto del corpo, che siano molto magre e non superino una soglia di peso corporeo e che possiedano specifici tratti considerati affascinanti. Ciò spesso induce diverse donne a sviluppare sin da ragazzine una sorta di ossessione nei confronti di questi canoni di bellezza che può portare a danni significativi alla salute fisica e psichica.
Ciò che rischia ampiamente di essere trascurato nella realtà odierna, caratterizzata da modelli da imitare che non sono spesso realistici né salutari, è l’intero ambito della personalità e della bellezza interiore. Oltre a sostenere che la cura dell’estetica è imprescindibile da quella dell’interiorità dell’ individuo, il mondo classico afferma anche che è l’”animus” a distinguere l’umano dalla bestia: con questo termine si intende l’animo umano, che è composto di intelligenza ed emozioni.
Cicerone definiva “humanitas”, ovvero cosa ci rende umani, l’insieme dei comportamenti corretti che un uomo deve seguire per essere virtuoso e che giovano a lui stesso e alla società.
Ѐ dunque fondamentale avere cura della propria interiorità e coltivare l’intelligenza, il buon relazionarsi con gli altri soggetti e la gestione delle proprie pulsioni emotive, in quanto sono questi elementi che conferiscono un senso più profondo alla propria esistenza, ai rapporti con individui e con varie situazioni. Perciò, per quanto sia importante la cura del proprio aspetto estetico, lo è altrettanto quella dell’ambito più intimo della propria personalità, che è diversa e unica per ognuno e per la quale non possono essere posti canoni universali o dure restrizioni.