La tigre Dolly
di Francesco Giordano
La tigre della Tasmania, anche detto tilacino (Thylacinus cynocephalus), era un marsupiale carnivoro scomparso circa 2000 anni fa in Australia tranne che dall’isola della Tasmania, dove è sopravvissuto fino agli anni Trenta.
Nel suo ecosistema assumeva il ruolo di superpredatore e veniva considerato dai coloni europei come un animale pericoloso per gli allevamenti di bestiame. Molto verosimilmente il tilacino era un animale dalle abitudini principalmente crepuscolari e notturne, che durante il giorno si riposava in cavità degli alberi o delle rocce, che esso stesso provvedeva a foderare con erba secca, muschio e fronde di felci. Mentre durante il giorno i tilacini preferivano rifugiarsi in aree collinari e ben ricoperte da vegetazione, durante le ore di attività essi tendevano a spostarsi in aree prative o cespugliose.
La caccia sconsiderata, incentivata dal sistema di taglie sugli animali uccisi, l’invasione umana del suo habitat e infine la competizione con il dingo sembrerebbero aver rappresentato le principali cause della sua estinzione, avvenuta nel 1936, quando Benjamin, l’ultimo esemplare di tilacino, è morto in cattività nello zoo di Beaumaris a Hobart, in Tasmania.
Quasi un secolo dopo la sua estinzione alcuni scienziati in Australia e negli Stati Uniti d’America stanno portando avanti un ambizioso progetto per far tornare in vita questa specie e tentare in seguito di reintrodurlo nel suo habitat naturale.
Dopo il sequenziamento di un genoma di un giovane esemplare morto più di 100 anni fa, è stata annunciata l’istituzione di un laboratorio di restauro genetico all’interno dell’università di Melbourne, che si avvarrà della collaborazione della società di biotecnologie Colossal Biosciences, con sede in Texas e già in attiva in un altro ambizioso progetto, atto a riportare in vita il mammut lanoso.
Il progetto sfrutterà i progressi fatti nel campo dell’editing genetico e della riproduzione artificiale per sviluppare un embrione di tilacino a partire dalle cellule staminali di un dunnart, un marsupiale carnivoro dalle dimensioni di un topo con DNA molto simile a quello della tigre della Tasmania, in seguito inserito in un utero artificiale o di un dunnart come madre surrogata per la gestazione.