Musica ed emozioni
“Dove le parole non arrivano… la musica parla”- Beethoven
La musica può avere un enorme effetto sulle emozioni e questo è uno dei motivi per cui i compositori la aggiungono ai film: vogliono che ci si senta tristi, felici, arrabbiati o spaventati esattamente al momento giusto. Secondo alcuni studi, è la stessa musica a saper rendere “horror” un film. È quella che crea la suspence, anche il semplice alternarsi di tre note può scatenare la paura, in quanto è l’unica cosa che ci avverte di ciò che sta per succedere nel corso della riproduzione del film.
Un esempio è la colonna sonora del compositore Bernard Herrman del celebre film “Psycho”. Nonostante Herrmann avesse dovuto ridurre l’orchestra a causa del budget limitato, con il gioco di pochi ma essenziali organi, riuscì a creare un qualcosa che sarebbe stato poi riconosciuto a livello universale.
Al giorno d’oggi la musica viene utilizzata la dove vi sono disturbi dell’apprendimento, psicologici, cognitivi, comunicativi, anche riconducibili al trauma. Quando parliamo del modo in cui la musica può essere utilizzata clinicamente, parliamo di “musicoterapia“. Mentre la terapia della parola consiste nel far parlare una persona di argomenti che possono risultare difficili da discutere, la musicoterapia, un nuovo metodo di comunicazione non verbale, introduce un approccio nuovo e meno minaccioso per elaborare emozioni, pensieri ed esperienze. Questa disciplina non si basa semplicemente sull’uso della musica a livello fonetico, ma va spaziare in ambiti più astratti, quale la composizione della musica. Ciò va sia ad influire sul subconscio dell’individuo che ad alimentarne l’autostima.