Il sentimento dell’arte

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di Giorgia Pignatelli

Quando si parla di arte spesso si incappa in un grave errore. Quello di intendere questo sostantivo esclusivamente come un dipinto o una scultura. L’arte invece comprende tutto l’insieme delle discipline che esaltano la capacità espressiva dell’uomo. Dalla musica  alla letteratura passando per il teatro, la cinematografia, l’architettura e via dicendo. 

Tutte le forme d’arte sono uniche nella loro bellezza ed esistono da quando è nata l’umanità. Fin dalla Preistoria l’essere umano, anche se in uno stato assolutamente primitivo più vicino all’istintività animale, ha sentito il bisogno di esprimersi e di lasciare una propria impronta; proprio per questo abbiamo ritrovato disegni ed incisioni sulle pareti delle grotte in cui viveva. Questa necessità, secondo gli antropologi, è frutto di un’evoluzione interiore dell’uomo, che con il passare del tempo è diventato in grado di raccontare le azioni della sua vita quotidiana: la caccia, la lotta contro il nemico animale ed il raccolto degli ortaggi. 

Anche la musica è presente fin dalle origini per far immedesimare ed per esternare i sentimenti più profondi di chi ascolta. E’ sorprendente l’evoluzione dai semplici ritmi arcaici  ai nostri giorni dove le canzoni richiedono il lavoro di numerosi professionisti che costituiscono una vera e propria industria.|  

La tradizione iniziata dall’uomo primitivo viene proseguita per tutto il resto della storia umana, passando dalla perfezione del Classicismo greco, poi ripreso nel periodo umanistico e rinascimentale, fino al Romanticismo, che invece attraverso l’arte cerca di evadere la realtà aspirando a conseguire valori più alti.

Tutti i periodi e le varie correnti artistiche, dall’inizio della storia fino ad oggi, sono un bagaglio di inestimabile valore. Osservando le bellezze realizzate nel corso dei secoli vediamo come nel corso del tempo la produzione si sia differenziata a seconda della geografia. Le maestrie di un determinato territorio lo definiscono meglio di ogni altra cosa, perché l’arte, in tutte le sue forme  costituisce il passato, il presente e il futuro di una civiltà: Senza di essa l’uomo vivrebbe in un’ atemporalità assoluta. Quasi non si potrebbe pensare una latinità senza le commedie di Plauto e Terenzio oppure un Barocco senza le sinuose ed eccessive forme nell’architetta dei palazzi o delle chiese. 

Guardando invece alla modernità e poi al futuro, l’idea di arte, soprattutto quella figurativa, è cambiata moltissimo. Le tele con olio e tempera sono state sostituite da installazioni, di fronte alle quali l’uomo non è subito stupito. Ad esempio una fetta di pizza attaccata al muro con dello scotch o tagli di una tela colorata sono modalità artistiche che all’apparenza tutti potrebbero produrre. Tuttavia, come scrive il critico d’arte e curatore Francesco Bonami nel libro “lo potevo fare anch’io”, dove spiega l’arte contemporanea, ciò che conta è il concetto non sempre di immediata comprensione che sta dietro all’opera . 

Si può quindi parlare di un ritorno alle origini, dopo un ciclo di progressiva evoluzione, perché come quando i primitivi coloravano le pareti della loro caverna per esprimere le proprie preoccupazioni e le loro gioie, oggigiorno, diciottomila anni dopo, in maniera molto più astratta ed evoluta rappresentiamo, con ugual capacità,  le stesse emozioni, quelle che caratterizzano l’essenza dell’uomo da sempre.

Redazione



Il Salice

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