La società cosmica
di Livio Liao
“Dove sono tutti quanti?” è la domanda che il fisico Enrico Fermi si è posto davanti all’infinità dell’universo. Per millenni gli uomini furono collocati al centro dell’universo: infatti, anche se il modello eliocentrico venne ipotizzato dagli antichi come Aristarco di Samo, il sistema geocentrico fu un canone assoluto del pensiero europeo prima del Rinascimento.
Il modello moderno dell’universo ebbe inizio nel XVI secolo, quando Copernico affermò il sistema eliocentrico: la Terra, che un momento prima si trovava nella culla di un Essere trascendente, venne trasformato in un ridicolo granello di sabbia in un deserto sconfinato.
La storia umana è incredibile: ci sono voluti migliaia e migliaia di anni perché grandi scimmie si evolvessero in esseri dotati di ragione, per poi scoprire che loro stessi valevano poco più di un infimo insetto.
L’antropocentrismo non si dissolverà finché l’umanità non troverà una nuova forma di vita: l’istinto umano ha sempre voluto trovare una civiltà intelligente, senza molto preoccuparsi delle conseguenze. Alcuni esempi sono il messaggio di Arecibo e il Voyager Golden Record, per non parlare dell’Istituto SETI.
Nella trilogia fantascientifica di Liu Cixin “Il problema dei Tre Corpi” viene raccontata una variante del nostro universo molto interessante. L’umanità viene a sapere che in realtà l’universo pullula di civiltà sviluppate, in ogni angolo tra le stelle della volta celeste si nascondono civiltà progredite.
Nell’universo del romanzo la regola della sopravvivenza nella società cosmica è nascondersi dalle altre civiltà: ogni popolo rischia di essere infatti distrutto se ne viene svelata la posizione. Ogni forma di vita potrebbe dimostrarsi un pericolo alla sopravvivenza della propria specie soprattutto per la straordinaria capacità di evoluzione tecnologica
L’umanità del presente è un bambino in ricerca di un adulto in mezzo ad una foresta di cacciatori e predatori. Senza conoscere appieno l’ignoto, si catapultano loro stessi nell’abisso.
Questa è la risposta che dà lo scrittore Liu Cixin al quesito di Enrico Fermi:
“Il cosmo è una foresta oscura. Ogni civiltà è un cacciatore armato, che ne sta appostato tra gli alberi come un fantasma.”
È impossibile fermare la ricerca di vita nel cosmo, è proprio la pura curiosità a caratterizzare l’umanità in questi millenni di cultura. L’umanità ha bisogno della continua ricerca per raggiungere un’utopica coesione tra tutti gli individui: solo la scoperta di una civiltà intelligente placherà le continue lotte vane, il metus hostilis della nuova era.