Il fragile rapporto tra potere e cittadini

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Il potere è la capacità di influenzare o determinare il comportamento altrui. La principale questione che i cittadini si pongono è chi debba detenere il potere e con quale legittimazione. I governi, i sovrani, i presidenti o i dittatori detengono il potere sulla popolazione attraverso la credibilità, le promesse o la forza bruta. Già durante il dominio romano, con i sette re di Roma, e anche con le precedenti popolazioni è presente un governo dispotico nei confronti dei sudditi con crescente voglia di libertà e diritto di parola, seguito dalla libertà di stampa in tempi più recenti. Per comprendere appieno il fragile rapporto tra i cittadini e il potere, bisogna immedesimarsi nei vari contesti storici e politici.

Il Medioevo è un perfetto esempio di sperimentazione del potere. Durante i cosiddetti “secoli bui” infatti, a causa delle carestie e delle epidemie, la popolazione sentiva una crescente necessità di stabilità a livello politico e ed economico. In questo periodo di fatti, a causa della difficoltosa legittimazione del potere, l’impero e il papato perdono la loro universalità, indebolendosi a vicenda tramite la lotta per le investiture (tra il 1075 e il 1122). Di conseguenza si affermano i poteri locali, i quali non possiedono una delega ma se la prendono attraverso la violenza e grazie all’incostanza dei poteri universali. I cittadini si sentono più sicuri quando hanno a disposizione un potere vicino con le idee chiare. D’altronde, l’impero e il papato erano i grandi poteri per antonomasia però ormai considerati forze lontane e deboli, senza più alcuna autorità sui sudditi.

La religione per di più ha sempre influenzato fortemente il rapporto tra cittadino e potere. La chiesa si è sempre legittimata per volontà divina ma laddove si era ancora formata una solida base di potere religiosa, ciò ha portato a violenti scontri tra le fazioni opposte. Per esempio, la perpetua lotta tra sciiti e sunniti, che va avanti dall’VIII secolo riguardante la legittima successione e discendenza di Maometto. Nonostante la necessità di stabilità di un popolo, il rapporto tra i cittadini e il potere non è mai stato sereno. La costante voglia di libertà della popolazione e i frequenti scontri con le varie idee politiche del potere, ha portato a periodi di anarchia e a molteplici manifestazioni per le mancanze di un’istituzione, variando da temi più concreti e urgenti anche se distanti, come la guerra in Palestina o in Sudan, a temi più vicini a noi e delicati da un punto di vista sociale e politico, come gli aumenti sui salari o l’incessante lotta per la parità di genere. Nei casi di sottomissione o estrema e disumana noncuranza nei confronti dei bisogni di un popolo, si arriva violente rivoluzioni come quella francese nel 1789, la quale ha però portato a un clima di maggiore insicurezza politica e di diffidenza nei confronti di un potere.

Oggi esistono manifestazioni brutali o meno in ogni angolo del mondo. Un esempio recente sono gli “strike”, enormi proteste che invadono le città contro il nuovo governo di Trump in America. Oltre a ciò, al giorno d’oggi la televisione e i social media detengono un enorme potere sulle persone e influenzano, attraverso la propaganda e l’occultazione delle informazioni, il pensiero e le ideologie dei cittadini. In questo periodo storico soprattutto, la televisione possiede un enorme controllo psicologico. I cittadini però di solito si coprono gli occhi e non si interessano a ciò che succede nel mondo poiché il popolo ha bisogno di sentirsi al sicuro, di vivere in una bolla perfetta, trascurando le esigenze del momento.

Nella nostra società vediamo ogni giorno tipologie diverse di potere e il loro impatto. La repubblica, che si basa teoricamente sulla democrazia ma in diversi paesi, come la Siria, questa istituzione è solo una facciata. Le monarchie, per esempio in Inghilterra con re Carlo, oggi fortunatamente costituzionali, il cui potere sovrano appartiene al monarca e ad altri organi rappresentativi dei sudditi. In rari ma purtroppo esistenti casi, le dittature come quella più nota in Corea del Nord o quella in Eritrea, meno conosciuta però altrettanto presente e opprimente.

Dunque, il rapporto tra potere e cittadini è sempre stato irrequieto e mutevole. La perpetua necessità di un popolo di libertà e ascolto da parte del potere in carica e, dall’altro lato, l’incessante sete di potere prestigio di un’istituzione, portano a scontri che si ripetono quasi identici nei vari periodi storici. Su questo fronte, sembra quasi che la storia non sia lineare, come ritengono i critici moderni, ma ciclica, come afferma il filosofo Anassimandro, ovvero che si ripete eternamente.

Emma Zimaglia



Il Salice

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