Il pensiero alla base delle informazioni

Il 16 maggio 2025 la redazione del Salice ha preso parte alla trentasettesima edizione del salone del libro. Tra le numerose conferenze c’era anche “Esplorare i misteri per raccontare la scienza”, il cui tema principale era presentare una collana di libri, chiamata “Think Deep”, composta da scritti accomunati dall’argomento della ricerca di informazioni di qualità.
I presentatori sono partiti descrivendo la nostra realtà quotidiana: siamo bombardati da numerose notizie, sulle quali spesso non ci soffermiamo nemmeno e molto raramente indaghiamo. Internet ci espone alla difficoltà di riconoscere il vero dal falso, dati che hanno un’origine logica e una spiegazione esaustiva da quelli errati, ottenuti con supposizioni inesatte e esplicate incompletamente.
I moderatori della conferenza ci hanno presentato due modalità di ragionamento che noi adoperiamo per distinguere le informazioni di qualità da quelle empie: la prima è il “pensiero veloce”, una pratica che compiamo inconsciamente e che ci permette rapidamente e con risorse più limitate di valutare se i concetti che abbiamo recepito sono giusti o sbagliati e di determinarne la qualità. La seconda è, invece, il “pensiero approfondito”, una prassi che richiede sicuramente un maggiore impegno, ma che porta a una visione d’insieme più completa. Consiste in un’analisi accurata delle sue informazioni, che molto probabilmente porta a una sua critica e a un pensiero finale più compiuto.
Successivamente i presentatori hanno esposto delle storie contenute nei loro libri in uscita. Ad esempio Paolo Attivissimo – autore di “Siamo mai andati sulla Luna?” – ha presentato uno dei numerosi casi di complottismo nati a seguito dello sbarco sulla Luna del ‘69. Lo ha colpito di più una teoria dei moscoviti riguardo alle missioni spaziali russe. Loro erano sorpresi dal fatto che l’URSS non fosse mai riuscito a mandare con successo delle persone sul satellite ma, nonostante ciò, avesse dei rover attivi. Hanno pensato quindi che a bordo dei robot ci fossero degli umani affetti da nanismo e che, di conseguenza, gli Stati Uniti non siano stati i primi a compiere l’allunaggio.
La conferenza, in conclusione, ci ha dunque insegnato che per poter dire di aver appreso un’informazione per davvero dobbiamo compiere un’approfondita analisi per non cadere nella profonda e buia fossa dell’ignoranza. Vorremmo terminare con una domanda retorica: “Ciò che avete letto è il vero o soltanto un’informazione passeggera priva di un significato intrinseco?”