La rivoluzione alla radio

Durante la XXXVII edizione del salone del libro, nella giornata del 16 maggio la redazione del Salice ha avuto la possibilità di assistere alla conferenza tenuta da Vanessa Roghi, ideatrice del podcast ”La rivoluzione alla radio, microfoni femministi dagli anni 70“. La storia raccontata da Vanessa inizia nel 1968, epoca in cui le donne iniziavano a voler far sentire la propria voce e anche ad avere ruoli più importanti in campo lavorativo. In quegli anni, inoltre, la Rai era particolarmente presente nella vita degli italiani poiché era l’unica a trasmettere a livello nazionale. Intorno agli anni ’70 iniziò una rivoluzione: nacquero le radio libere. La musica rock e le rubriche che trattano argomenti delicati come il femminismo, la contraccezione e l’aborto, non ancora reso legale in Italia.
Il podcast è dedicato ad Emma Bonino, politica, attivista e femminista fervente che ha ricoperto un ruolo fondamentale nell’emancipazione femminile. Lei stessa si fece arrestare dalle autorità con il fine di “far rumore” e far sentire la sua voce e quella di tante altre donne. Comprese, inoltre, che quell’epoca era un periodo di cambiamenti e rivoluzioni e certi argomenti dovevano essere trattati e sensibilizzati.
Un altro esempio di trasmissione radiofonica è la 3131 in cui persino le casalinghe riuscivano a parlare e discutere dei propri problemi. Così facendo si creò un vero e proprio rapporto tra chi ascoltava e chi trasmetteva, una sorta di radio comunitaria. Molto simile fu Radio Donna, trasmissione in cui le donne raccontavano della proprio esperienza e dei loro rapporti interpersonali. Purtroppo nel ’79 si verificò uno spiacevole episodio: un gruppo di uomini di estrema destra fece irruzione nella Radio e appiccò un incendio. Fortunatamente non ci furono morti, ma le radiofoniste rimasero profondamente lesionate sia a livello fisico che psicologico. Questo dimostra come le radio siano state fondamentali per guidare le persone verso una nuova epoca di maggiore libertà.
“Noi, voi, loro, donna” era un programma in cui le ospiti erano portate a riflettere e a raccontare le proprie storie, storie di donne che per prime erano riuscite a laurearsi in famiglia, a studiare. Storie di ragazze che, terminato il percorso di studi, non volevano più tornare a casa, perché in fondo sapevano che avrebbero condotto una vita da casalinghe. In questo programma si invitavano anche donne come Margherita Hack per trattare argomenti scientifici o Alma Sabatini per trattare il femminismo e l’attivismo.
Al giorno d’oggi la figura femminile nella radio è maggiormente presente rispetto a quegli anni, anche se il femminismo e l’attivismo molte volte sono argomenti evitati dalle radio perché considerati “delicati” e polemici. La radio è uno strumento spesso sottovalutato dal potere, eppure fu la guida del popolo verso nuove epoche e la fautrice di un nuovo corso della storia. I giovani saranno i nuovi protagonisti di una rivoluzione di questo tipo soltanto a patto di non tirarsi indietro e di trovare la forza di far sentire la propria voce, soprattutto in un’epoca sempre più contorta e “affamata” di innovazioni e nuove idee.